In questi ultimi giorni c'è stato un tempo stupendo, con il cielo terso e il sole che scaldava quasi fosse estate, ma che rifletteva i colori dell'autunno... il periodo migliore dell'anno, per me, quando ti puoi godere il caldo senza rischio di soffocare, né per l'afa né per le allergie. L'unica cosa è che poi la sera la temperatura di solito precipita e rischi di trovarti poco equipaggiato.
Ma per il resto, sono giornate quasi più calde che in estate, non nel senso della temperatura, ma nel senso che il sole si appoggia con i suoi raggi sul tappeto di foglie gialle e rosse già cadute dagli alberi, e su quelle ancora appese, le piante si colorano e si accendono quasi fossero in fiamme, e il mondo sembra rivestito d'improvviso di una coperta calda e avvolgente, riflettendo una luce non accecante com'è a volte quella estiva, ma una luce che conforta. In un pomeriggio così, nei luoghi giusti, è quasi come godersi un tramonto per ore e ore.
Tra l'altro ieri sono passata per il mio paese d'origine, ed era da tanto che non lo facevo, non con un clima così piacevole, e infatti mi sono resa conto di quanto bello sia. Sarà la lontananza, sarà che dove abito adesso non mi sento per nulla a casa, ma esteticamente è proprio da restarci secchi (detta un po' alla giovane Holden...).
Ma se il paese dove abito non mi fa sentire a casa, per fortuna qui c'è tutta un'altra serie di cose che sono davvero "casa". Per esempio la mattina, quando possiamo starcene a letto senza niente che ci costringa ad alzarci, e ridiamo e chiacchieriamo sotto le lenzuola, nel tepore della notte trascorsa... stamattina questo mi ha fatto venire in mente quando i miei genitori, la domenica mattina, le rare volte in cui mio papà era a casa, chiacchieravano sottovoce a letto, mentre pensavano che noi (che io) dormissimo. Era una di quelle cose intime che mi piaceva poter condividere, anche se solo dall'esterno, non vista e non "pensata" per quella scena. Una di quelle cose dei miei genitori che poi, quando tutto è cambiato, quando non erano più quelli di prima, quando rabbia, rancori, dolori, abitudini, silenzi hanno preso il posto delle parole fra loro, ecco, una di quelle cose che poi mi è davvero mancata tanto.
Ma per il resto, sono giornate quasi più calde che in estate, non nel senso della temperatura, ma nel senso che il sole si appoggia con i suoi raggi sul tappeto di foglie gialle e rosse già cadute dagli alberi, e su quelle ancora appese, le piante si colorano e si accendono quasi fossero in fiamme, e il mondo sembra rivestito d'improvviso di una coperta calda e avvolgente, riflettendo una luce non accecante com'è a volte quella estiva, ma una luce che conforta. In un pomeriggio così, nei luoghi giusti, è quasi come godersi un tramonto per ore e ore.
Tra l'altro ieri sono passata per il mio paese d'origine, ed era da tanto che non lo facevo, non con un clima così piacevole, e infatti mi sono resa conto di quanto bello sia. Sarà la lontananza, sarà che dove abito adesso non mi sento per nulla a casa, ma esteticamente è proprio da restarci secchi (detta un po' alla giovane Holden...).
Ma se il paese dove abito non mi fa sentire a casa, per fortuna qui c'è tutta un'altra serie di cose che sono davvero "casa". Per esempio la mattina, quando possiamo starcene a letto senza niente che ci costringa ad alzarci, e ridiamo e chiacchieriamo sotto le lenzuola, nel tepore della notte trascorsa... stamattina questo mi ha fatto venire in mente quando i miei genitori, la domenica mattina, le rare volte in cui mio papà era a casa, chiacchieravano sottovoce a letto, mentre pensavano che noi (che io) dormissimo. Era una di quelle cose intime che mi piaceva poter condividere, anche se solo dall'esterno, non vista e non "pensata" per quella scena. Una di quelle cose dei miei genitori che poi, quando tutto è cambiato, quando non erano più quelli di prima, quando rabbia, rancori, dolori, abitudini, silenzi hanno preso il posto delle parole fra loro, ecco, una di quelle cose che poi mi è davvero mancata tanto.
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