Mamma mia, se ci penso, con questo lavoro sto davvero leggendo una marea di pagine. E quindi di libri. Eppure non riesco lo stesso a trovare spiacevole leggere per svago. Dunque la mia vita è quasi completamente fiondata in realtà totalmente immaginarie ("quello che non c'è" direbbero gli Afterhours). Un continuo dispiegarsi di pagine e pagine, rilegate e non, stampate da me o copertinate, a caccia degli errori e a volte a caccia soltanto del senso.
Quando ho letto "Se una notte d'inverno un viaggiatore" non avevo ancora iniziato a fare questo e non sapevo nemmeno di volerlo fare, ma mi sono improvvisamente resa conto che sarebbe stato forse l'unico sogno che avrei voluto a un certo punto realizzare. Era solo naturale che dovesse essere così. Alla fine così è stato.
Sapete, ci sono stati dei momenti nella mia vita in cui mi sentivo sospesa tra quello che avevo e quello che avrei voluto avere, momenti che mi sembravano un'estate infinita, ma non un'estate nel senso positivo e allegro del termine, ma estate nel senso di quando d'estate ti annoi nell'attesa che succeda qualcosa (che inizi a calare il sole quando fa troppo caldo anche solo per alzare un dito, per esempio), e ti sembra che il tempo non passi mai e che le cose non cambino mai. Ma si sa che non basta uno schioccare di dita, che ci vuole pazienza, ricerca, impegno, coraggio a volte, perché le cose cambino.
Nonostante qualcuno un tempo abbia insinuato che senza la sua presenza non avrei raggiunto quello scopo (per avermi insegnato a usare un programma che in realtà non ho mai dovuto usare al lavoro e che non ha per niente influito sul fatto che scegliessero me, perché mi hanno scelto perché sono BRAVA e hanno continuato a chiamarmi negli anni successivi per questo stesso motivo...), devo ammettere che mi sono fatta, e continuo a farmi, il culo per quel sogno. Che una volta, in parte, realizzato, va mantenuto vivo e coltivato, un po' come l'amore. E a volte, proprio come l'amore, devo dire che non ha prezzo.
Quando ho letto "Se una notte d'inverno un viaggiatore" non avevo ancora iniziato a fare questo e non sapevo nemmeno di volerlo fare, ma mi sono improvvisamente resa conto che sarebbe stato forse l'unico sogno che avrei voluto a un certo punto realizzare. Era solo naturale che dovesse essere così. Alla fine così è stato.
Sapete, ci sono stati dei momenti nella mia vita in cui mi sentivo sospesa tra quello che avevo e quello che avrei voluto avere, momenti che mi sembravano un'estate infinita, ma non un'estate nel senso positivo e allegro del termine, ma estate nel senso di quando d'estate ti annoi nell'attesa che succeda qualcosa (che inizi a calare il sole quando fa troppo caldo anche solo per alzare un dito, per esempio), e ti sembra che il tempo non passi mai e che le cose non cambino mai. Ma si sa che non basta uno schioccare di dita, che ci vuole pazienza, ricerca, impegno, coraggio a volte, perché le cose cambino.
Nonostante qualcuno un tempo abbia insinuato che senza la sua presenza non avrei raggiunto quello scopo (per avermi insegnato a usare un programma che in realtà non ho mai dovuto usare al lavoro e che non ha per niente influito sul fatto che scegliessero me, perché mi hanno scelto perché sono BRAVA e hanno continuato a chiamarmi negli anni successivi per questo stesso motivo...), devo ammettere che mi sono fatta, e continuo a farmi, il culo per quel sogno. Che una volta, in parte, realizzato, va mantenuto vivo e coltivato, un po' come l'amore. E a volte, proprio come l'amore, devo dire che non ha prezzo.
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