Come anche chi non abita al nord, e magari nemmeno in Italia,
avrà appreso, nella notte fra sabato e domenica c’è stato il terremoto.
Epicentro in Emilia, scosse in tutto o quasi il Nord Italia.
Io nel 1976 non ero ancora nemmeno uno spermatozoo, ma il
terremoto del Friuli l’ho sentito raccontare da familiari, servizi televisivi
durante gli anniversari, libri di storia e persino corso di geografia all’Università.
L’immagine che mi passa per la testa quando sento parlare di prima reazione al
terremoto è quella che nei telegiornali descrivono come “molte persone si sono
riversate nelle strade”. È abbastanza naturale: la prima reazione è uscire di
casa, soprattutto se ti iniziano a tremolare mobili e quadri. (Fatta eccezione
mia nonna: mia nonna adesso ha quasi 90 anni, quindi nel ’76 ne aveva 54, e
quando c’è stata la prima scossa non si è accorta di niente: guardava
tranquilla la tv in cucina, seduta con i piedi sollevati appoggiati a un’altra
sedia di fronte a sé, e ha capito che era successo qualcosa perché ha sentito
le voci delle persone che erano tutte fuori, allora si è affacciata e ha
chiesto cosa fosse successo…). Nonna a parte, tutti prendono ed escono. O
prendevano e uscivano.
Prima di continuare premetto che NOI non abbiamo sentito
niente. Non che qui non sia arrivato, a Pordenone la scossa si è sentita
eccome, e anche parecchio a quanto mi hanno detto varie persone. Noi dormivamo
della grossa, evidentemente. E nemmeno canetto pare essersi lamentato (o forse
si è lamentato, ma vedi punto precedente – noi dormivamo della grossa).
Però, però, prima di accendere la tv abbiamo saputo del
terremoto. Perché? Abbiamo parlato con i vicini? Ci hanno telefonato i parenti?
NO. Abbiamo acceso il pc. E abbiamo guardato Facebook. (Ora evitiamo di parlare
del fatto che una delle prime azioni che compiamo mentre prepariamo la
colazione sia accendere il computer, controllare la posta e dare una scorsa a
Facebook.) Ecco quello che fa la gente quando sente il terremoto. Si riversa su
Facebook. (Questo ovviamente se la scossa è forte ma non spaventosa, mi auguro
che se mai iniziasse a tremare veramente la casa, anche loro reagirebbero
diversamente.) Succede anche quando nevica: ti accorgi che fuori nevica prima
di guardare fuori dalla finestra, perché te lo dice qualcuno su Facebook. Non
credo che alle 4 di notte avrei acceso il computer per scrivere che avevo
sentito anch’io il terremoto (o il cellulare, quel che è).
Prossima notizia: “muore mentre aggiorna lo status”.
Il commento più simpatico che ho letto è stato quello di un
tipo che ha scritto: “Bene, Facebook funziona ancora. Siamo salvi”.
Ci vorrebbe una nuova funzione di FB che dica più o meno
così:
Pinco Pallino e altri 3 amici hanno sentito il terremoto.
Che poi si innesca la gara a chi l’ha sentito e chi invece
no, a chi lo scrive per primo neanche fosse una notizia ANSA.
Commenti
in fondo, se la gente posta le cose su fb, e' perche' qualcuno le legge........ ;)
P.S. Pure io dormivo della grossa...