Zuma è un canetto felice. Almeno finché non lo porti in centro a Pordenone.
E ci credo che è felice: non deve mica spendere un patrimonio tra collaudo, bollo, cambio pastiglie e dischi, rinnovo patente e qualcos'altro che non so cos'è ma prima o poi arriverà di sicuro!
Oggi ho corretto la bozza di un libro, e devo dire che mi mancava un po' il mio "vecchio" lavoro: meno retribuito delle traduzioni ma sempre il mio primo amore. Oltretutto la storia mi è anche piaciuta parecchio, nonostante io non sia d'accordo con la scelta del titolo (ma su questo non ho voce in capitolo, quindi pazienza). Entrare nelle belle storie è sempre un piacere. Perdertici dentro poi, perché invece che leggere nel tempo libero sei "costretto" a farlo in un paio di giorni (perché le scadenze editoriali mettono sempre il fiato sul collo), ti ci fa immergere ancora di più.
Di recente però ho letto anche altro, come il bellissimo "La trama del matrimonio" di Eugenides, che ritengo uno degli scrittori più abili di questi tempi, un vero romanziere d'altri tempi, più che di questi... Perché per rimanere in questi tempi ora sto leggendo "Il re pallido" il libro postumo di Wallace, che promette bene. La cosa che mi spiazza di Wallace è che ogni volta parto con quella diffidenza che mi fa pensare (anche se di lui qualcosa ho già letto): come farò ad affrontare un romanzo post-moderno (non so se è la definizione-idea giusta ma al momento non mi viene di meglio) senza perdere il filo del discorso e senza annoiarmi (perché diciamolo, dopo un Eugenides attento al dipanarsi della trama come Jane Austen, un Wallace che potrebbe sorprenderti con qualcosa alla Joyce o simili può spaventare un po'). E invece. E invece. Ogni volta, nonostante le frasi a volte si accavallino mandandoti in leggera confusione, Wallace mi sorprende. Riesce a tenermi attenta. Riesce a non annoiarmi. E dire che a volte mi sono ritrovata scettica sul giudizio di chi lo ritiene un genio, qualunque cosa ciò significhi (non ho letto "Infinite Jest", non ancora, ma soltanto perché c'è stato un momento in cui Wallace era talmente la moda del momento che la diffidenza mi ha bloccata. E poi non avevo davvero tempo per leggere un simile tomone.) Riprendendo la parentesi poi, devo dire che leggere tutto il contorno prima del pezzo forte (più o meno tutti partono da "Infinite Jest", che forse più che una lettura è una sfida con se stessi) mi sembra un'idea con una sua logica intrinseca (anche se - molto illogicamente - non so proprio quale essa possa essere), o forse è che devo davvero avere tempo, perché ci metto poco a dimenticare le pagine che leggo (capirete bene che leggendo una quantità abnorme - esagerata!! - di libri causa lavoro, la mia testa deve lasciare spazio a nuove informazioni di volta in volta, quindi più tempo passa più si abbassa il posto in classifica delle pagine lette e poi lasciate per troppe settimane). O magari è solo perché nessuno me l'ha regalato. Chi lo sa.
E qui finisco, perché a trovar una conclusione son bravi tutti, e io invece sono qua che non so come intitolare questo post...
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