Perché voglio che sia l'ultimo post sull'argomento.
Credo di aver chiuso quella porta, voltato quella pagina, tirato l'acqua del cesso, chiamiamola pure con la metafora che vogliamo.
Ho pianto, sbraitato, mi sono incazzata, mi sono incupita, mi sono chiusa dietro una faccia che faceva finta di stare bene mentre dentro sentivo il cuore a pezzi. Che poi a far finta di star bene, si inizia a stare meglio, a parte certi momenti.
Poi siccome so che tanto passa prima o poi (cosa tutto sommato triste, passa tutto, allora tanto vale...); e siccome non ho più voglia di stare male perché ci sono stata già abbastanza... allora basta.
Dopo il momento-disperazione, ho avuto il momento-speranza, e non stavo male perché speravo che non fosse finita davvero così. Però era deleterio.
Ora è arrivato il momento-addio.
Nessun ritorno, non lo vorrei nemmeno più. Non avrei più fiducia, e poi guardare le cose da lontano aiuta a distorcerle abbastanza (o a vederle come sono davvero? poco importa, basta che il risultato sia positivo per il mio stato d'animo) da farmi pensare che meglio senza te che con te.
Non penso sia una bella cosa, ma purtroppo quando chiudo una porta il ritorno è molto molto difficile. Forse impossibile, finora lo è stato. Perciò me ne vado. Non fisicamente, ma mentalmente e con il cuore. Per egoismo, perché mi sono sentita ferita, perché è il modo migliore per stare meglio, perché «non si può vivere inchiodati ad una croce».
Les jeux sont fait, rien ne va plus, dicono i croupier. Ecco, la scommessa è fatta, e metto il cuore in pace.
Credo di aver chiuso quella porta, voltato quella pagina, tirato l'acqua del cesso, chiamiamola pure con la metafora che vogliamo.
Ho pianto, sbraitato, mi sono incazzata, mi sono incupita, mi sono chiusa dietro una faccia che faceva finta di stare bene mentre dentro sentivo il cuore a pezzi. Che poi a far finta di star bene, si inizia a stare meglio, a parte certi momenti.
Poi siccome so che tanto passa prima o poi (cosa tutto sommato triste, passa tutto, allora tanto vale...); e siccome non ho più voglia di stare male perché ci sono stata già abbastanza... allora basta.
Dopo il momento-disperazione, ho avuto il momento-speranza, e non stavo male perché speravo che non fosse finita davvero così. Però era deleterio.
Ora è arrivato il momento-addio.
Nessun ritorno, non lo vorrei nemmeno più. Non avrei più fiducia, e poi guardare le cose da lontano aiuta a distorcerle abbastanza (o a vederle come sono davvero? poco importa, basta che il risultato sia positivo per il mio stato d'animo) da farmi pensare che meglio senza te che con te.
Non penso sia una bella cosa, ma purtroppo quando chiudo una porta il ritorno è molto molto difficile. Forse impossibile, finora lo è stato. Perciò me ne vado. Non fisicamente, ma mentalmente e con il cuore. Per egoismo, perché mi sono sentita ferita, perché è il modo migliore per stare meglio, perché «non si può vivere inchiodati ad una croce».
Les jeux sont fait, rien ne va plus, dicono i croupier. Ecco, la scommessa è fatta, e metto il cuore in pace.
Commenti
Ti ho dato uno sghicio all'inverosimile per questo post, va bene? :-)