IL BUIO OLTRE LA SIEPE è un libro bellissimo. Lo so che come giudizio è leggermente personale e tendenzioso però è così che l'ho vissuto io:
Quando ero piccola, avrò avuto sì e no 10 anni, mi sono ritrovata fra le mani questo libro di Harper Lee e ho iniziato a leggerlo. Mi piaceva moltissimo, soprattutto all'inizio, con le vicende di Scout e Jem, i due fratellini che passano le estati a giocare assieme, a leggere e a cercare di svelare il mistero di Boo... Boo che già con questo nome mette quasi paura, Boo un vicino di casa mai visto ma di cui si è sentito parlare molto, eccome, tutti in paese hanno la loro versione della sua storia e la loro opinione. Sembra che si parli dell'uomo nero. Uomini neri, nel senso di colore, ce n'è eccome, visto che siamo nell'Alabama di fine anni 20 primi anni 30, quell'Alabama che sicuramente in molti hanno visto descritta in molti film sui raccoglitori di cotone ecc. ecc.
Quando avevo 10 anni però, arrivata al momento del processo, perché centrale sarà poi proprio un processo, mi annoiavo e non seguivo più. E così un giorno di tanti anni fa ho posato quel libro senza finirlo. Ma una settimana, forse due, fa, mentre vagavo tra gli scaffali della Feltrinelli, mi capita sott'occhio proprio questo: Harper Lee, Il buio oltre la siepe. Preso, comprato, portato a casa e divorato entro il giorno successivo. E questa volta sì che ho seguito il processo, bellissimo, in cui il padre dei due fratelli, in fondo vero protagonista anche se un po' in silenzio e senza arroganza, con la sua pacatezza e intelligenza, dà a tutti grandi lezioni di vita... e senza presunzione, proprio il tipo di lezioni che mi piace ricevere. Bravo Atticus (questo il suo nome) come d'altra parte anche i suoi figli lo chiamano, come adulti. Perché questi bambini a volte sono molto più adulti degli adulti. Solo a volte, e per fortuna.
E l'uomo nero? Be' quello c'è, certo non vi svelo chi è.
Quando ero piccola, avrò avuto sì e no 10 anni, mi sono ritrovata fra le mani questo libro di Harper Lee e ho iniziato a leggerlo. Mi piaceva moltissimo, soprattutto all'inizio, con le vicende di Scout e Jem, i due fratellini che passano le estati a giocare assieme, a leggere e a cercare di svelare il mistero di Boo... Boo che già con questo nome mette quasi paura, Boo un vicino di casa mai visto ma di cui si è sentito parlare molto, eccome, tutti in paese hanno la loro versione della sua storia e la loro opinione. Sembra che si parli dell'uomo nero. Uomini neri, nel senso di colore, ce n'è eccome, visto che siamo nell'Alabama di fine anni 20 primi anni 30, quell'Alabama che sicuramente in molti hanno visto descritta in molti film sui raccoglitori di cotone ecc. ecc.
Quando avevo 10 anni però, arrivata al momento del processo, perché centrale sarà poi proprio un processo, mi annoiavo e non seguivo più. E così un giorno di tanti anni fa ho posato quel libro senza finirlo. Ma una settimana, forse due, fa, mentre vagavo tra gli scaffali della Feltrinelli, mi capita sott'occhio proprio questo: Harper Lee, Il buio oltre la siepe. Preso, comprato, portato a casa e divorato entro il giorno successivo. E questa volta sì che ho seguito il processo, bellissimo, in cui il padre dei due fratelli, in fondo vero protagonista anche se un po' in silenzio e senza arroganza, con la sua pacatezza e intelligenza, dà a tutti grandi lezioni di vita... e senza presunzione, proprio il tipo di lezioni che mi piace ricevere. Bravo Atticus (questo il suo nome) come d'altra parte anche i suoi figli lo chiamano, come adulti. Perché questi bambini a volte sono molto più adulti degli adulti. Solo a volte, e per fortuna.
E l'uomo nero? Be' quello c'è, certo non vi svelo chi è.
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