La settimana, questa settimana piuttosto folle, sta finalmente finendo. Il ritorno a scuola, la compagna di classe di mia figlia qui a pranzo, il lavoro, portala a judo, prendila da judo, vai all'incontro di Pordenonelegge, la vita, l'universo e tutto quanto.
E il tutto senza l'ausilio di nemmeno un goccio di alcol. Mi farei pat pat sulla spalla, ma meglio aspettare che sia finita davvero.
La prossima settimana inizierà in teoria una routine più regolare, tra tempo pieno a scuola e altri giri ormai rodati. Manderò il cane in villeggiatura dal nonno e ci aspettano 3 giorni mamma-figlia, che tutto sommato non mi dispiacciono mica. Meno gente a casa vuol dire anche meno confusione. Forse riprendo la palestra, forse prima o poi il coro riprenderà (non so ancora nulla), e forse riuscirò ad andare di nuovo a correre (questa settimana, a parte lunedì, era impossibile).
Ma si sa, il primo impatto sconquassa sempre un po'.
L'anno scorso l'ho presa malino, quest'anno forse va un po' meglio. Forse mi sono stancata di autocommiserarmi (credo di averlo fatto davvero, e non è tanto da me, o almeno non lo era), e provo a strafare, così se mi stanco di strafare, diminuire le cose significherà togliere quel stra e continuare a fare comunque. Non sono sicura che sia giusto così, ma tant'è.
Quest'anno il venerdì torna a essere una giornata normale e me lo voglio proprio godere, perché l'anno scorso, anche se mi sono inventata la cena fuori mamma-figlia per non sentirmi continuamente il carico addosso, alla fine era un carico comunque.
Fra un po' compio gli anni e, amici, ne compio quaranta. 40. Non me li sento per niente, se devo essere sincera, e a guardarlo scritto nero su bianco quel numero non mi sembra appartenermi. Ma ci farò l'abitudine e poi il tempo è solo un'invenzione dell'uomo quindi, che importa? Sono sempre io, così come sono sempre stata e come non sono stata mai.
Quando avrò più tempo scriverò dei libri letti o che sto leggendo e degli incontri che sarò andata a vedere a Pordenonelegge, vediamo se la prossima settimana riesco a mettere insieme qualcosa.
E il tutto senza l'ausilio di nemmeno un goccio di alcol. Mi farei pat pat sulla spalla, ma meglio aspettare che sia finita davvero.
La prossima settimana inizierà in teoria una routine più regolare, tra tempo pieno a scuola e altri giri ormai rodati. Manderò il cane in villeggiatura dal nonno e ci aspettano 3 giorni mamma-figlia, che tutto sommato non mi dispiacciono mica. Meno gente a casa vuol dire anche meno confusione. Forse riprendo la palestra, forse prima o poi il coro riprenderà (non so ancora nulla), e forse riuscirò ad andare di nuovo a correre (questa settimana, a parte lunedì, era impossibile).
Ma si sa, il primo impatto sconquassa sempre un po'.
L'anno scorso l'ho presa malino, quest'anno forse va un po' meglio. Forse mi sono stancata di autocommiserarmi (credo di averlo fatto davvero, e non è tanto da me, o almeno non lo era), e provo a strafare, così se mi stanco di strafare, diminuire le cose significherà togliere quel stra e continuare a fare comunque. Non sono sicura che sia giusto così, ma tant'è.
Quest'anno il venerdì torna a essere una giornata normale e me lo voglio proprio godere, perché l'anno scorso, anche se mi sono inventata la cena fuori mamma-figlia per non sentirmi continuamente il carico addosso, alla fine era un carico comunque.
Fra un po' compio gli anni e, amici, ne compio quaranta. 40. Non me li sento per niente, se devo essere sincera, e a guardarlo scritto nero su bianco quel numero non mi sembra appartenermi. Ma ci farò l'abitudine e poi il tempo è solo un'invenzione dell'uomo quindi, che importa? Sono sempre io, così come sono sempre stata e come non sono stata mai.
Quando avrò più tempo scriverò dei libri letti o che sto leggendo e degli incontri che sarò andata a vedere a Pordenonelegge, vediamo se la prossima settimana riesco a mettere insieme qualcosa.
Per il momento, che il weekend ci aiuti.
Ciao :)
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