Passa ai contenuti principali

Creare ricordi


Ho provato ad andare più possibile indietro nel tempo per cercare di acciuffare il mio primo ricordo. L'idea del primo ricordo l'ho sempre trovata particolarmente affascinante. Penso che il mio primo sia dei tempi dell'asilo, quando tentavano ancora di farmi dormire nella brandina, il pomeriggio, ma io non riuscivo a prendere sonno e guardavo la mia amica nella brandina accanto e ci facevamo le smorfie. Ricordo anche un grembiulino bianco di cui andavo molto orgogliosa e la strada percorsa a piedi la mattina con mia mamma. Ma forse questi sono ricordi successivi.
Oggi facciamo un sacco di foto e video con i telefoni e forse Dafne da grande avrà molti più ricordi di quanti ne abbiamo noi. Forse comunque più di quanti la nostra testa possa contenerne.
Ma creare ricordi è sempre stato importante, quanto ci piacerebbe poter fermare così la felicità, il presente, il tempo, le sensazioni uniche di un momento irripetibile.
Quando eravamo piccoli i nostri genitori riempivano grandi album di foto scattate ai compleanni, le grigliate "in grava", le gite in montagna d'estate o al mare in inverno, le giornate di vendemmia (quanto le adoravo!).
Ogni tanto andavo in camera di mia madre e andavo a prendermi quegli album dall'armadio e li sfogliavo e penso ancora che più erano difettose le foto più sembravano belle. Le macchie gialle o il particolare sfocato le rendevano ancora più vere. Adoravo guardare anche i negativi in controluce, con le stesse immagini delle foto che avevo appena visto, ma in piccolo senza colori. Mi sembrava una magia. Chissà se un giorno saprà mia figlia della magia dei negativi. Mi riprometto sempre di andare a prendere quegli album e sfogliarli insieme a lei per raccontarle di me bambina, dei nonni da giovani, dei bisnonni... poi però non lo faccio mai. Un po' mi dimentico, un po' siamo presi dal presente, un po' forse ho paura di come ci sentiremmo tutti.

L'altro giorno ho chiamato mia nonna, mi ha raccontato di aver sentito mio fratello al telefono e che ogni volta le viene un tuffo al cuore perché le sembra di sentire la voce di mio papà. Ho pensato che è vero, o meglio, era vero, ora non lo so perché un po' me la sono dimenticata, la sua voce.
Alla fine forse scrivo per questo, per creare ricordi e avere un posto dove posso avere l'illusione di riuscire ad afferrarli. Se scrivo della voce di mio papà non andrà persa nel vento? E tutto il resto? Oppure cerco solo di fermare cose – cosa? Il tempo? – perché mi pare che scivoli sempre tutto via,  le sensazioni, belle o brutte che siano, le situazioni, le persone? Sembra, a volte, di provare ad afferrare l'acqua. Ma l'acqua non si può afferrare e anche i recipienti non possono contenerla tutta.
Di tutto quello che vorrei rimanesse qui, spero che possa rimanere almeno un altro po'. Ancora un altro po'.

Commenti

Post popolari in questo blog

Tenere il punto

Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...

Prime volte

Sono una grande fan delle prime volte, d'altra parte, chi non lo è. Sono irripetibili, anche se sono cose che poi ripeti, poche o tante volte, ma le prime restano indelebili, nel bene e nel male. Non sempre sono belle, il che depone a favore delle seconde, terze ed ennesime, a volte però sono straordinarie. Per fortuna che sono accadute, anche se peccato che non possano riaccadere allo stesso modo. Non ho mai sofferto di grandi nostalgie, ma si sa, l'età a volte fa questi scherzi. E comunque si cambia e anche questo ha una sua bellezza. Anche l'esperienza ha la sua parte di meraviglia. Non so perché si demonizzi sempre il trascorrere del tempo, ci si affanni nella corsa a cercare di andare all'indietro, continuare a sembrare giovani – sembrare chi non si è. Non ho voglia di sembrare chi non sono, una lotta che in qualche modo ho portato avanti da sempre. Non mi trucco per non nascondermi, non significa che non mi prendo cura di me. Non ho le sopracciglia dipinte e non m...

Sgretolarsi e (forse) ricomporsi

Provo a tenermi insieme, ma più spesso di quanto vorrei sento di sgretolarmi. Provo a tenere insieme tutte le parti di me che conosco, quelle che conosco meno, quelle che cerco di coltivare e provo a tagliare le parti che vorrei abbandonare, i famosi rami secchi, eppure ancora non c'è un tutt'uno. A volte mi pare che la risposta sia lì, a portata di mano. E forse lo è e solo io remo contro, mentre allungo il braccio. Ma tutta intera non mi ci sono mai sentita, nemmeno quando leggevo Caproni e credevo di capire tutto (ma avevo quindici anni e di sicuro non capivo niente). Provo a tenermi insieme e a capire a chi devo credere, di cosa fidarmi, chi temere. Percepisco un errore nel sistema e non so se tentare ancora di ripararlo o uscire a godermi il bel tempo. Dovrei propendere per la seconda, ma si sa, sono testarda. Oltre a cercare di tenere insieme me, cerco di tenere insieme anche tutto ciò che c'è fuori. Impresa titanica a dir poco che dovrei proprio lasciar perdere, ma a...