Passa ai contenuti principali

Capire che farne

Sia Invisibile di Paul Auster sia Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh sono stati due viaggi strani.
Il romanzo di Auster ti porta in meandri inesplorati della mente e della passione erotica, ma anche del bisogno di giustizia e come al solito finisce che non sai bene cosa di quel che è successo è successo davvero, che cosa è realtà e cosa no. Fermo restando che non ha molta importanza, le sensazioni rimangono comunque.
Il mio anno di riposo e oblio racconta invece di una giovane donna che cerca di stordirle tutte, le sensazioni, sperando in una rinascita finale.

E così mi sono chiesta cosa sia meglio fare, stordire tutto, spegnere il volume del mondo esterno o vivere le sensazioni fino in fondo, con violenza quasi? Ci sono momenti in cui, perché cambiamo noi o perché cambia qualcosa in ciò che ci circonda, il corpo sembra avere frequenze diverse da quelle che abbiamo sempre conosciuto, le percezioni cambiano, tutto sembra arrivare con più forza e lasciare segni più profondi. Esploriamo pensieri ed emozioni nuovi o che prima ci sembravano lontani anni luce dal nostro essere, e magari andiamo anche negli angoli bui, ci lasciamo spaventare. Perché anche quella è una sensazione, e a volte scopriamo che ci piace indugiarci. O magari perché gli angoli bui hanno qualcosa da dirci, di noi, ed è anche questo un modo per raccogliere informazioni su noi stessi. Poi bisogna capire che farne.
Il rischio è di sentirsi scentrati, come mi è capitato durante l'inverno, ma magari si riesce a imparare a viversi in modo diverso, nuovo, o forse rinnovato.

Questa primavera mi sta un po' spiazzando, non sono stanca come ho sentito dire a molti, ma non dormo bene, mi sveglio presto e fatico a riaddormentarmi. Forse il libro di Moshfegh mi è piaciuto anche per questo, perché ho bisogno di dormire anche io, ma a parte il bisogno di dormire che mi si legge in faccia, ora come ora non stordirei tutto, perché c'è qualcosa nella vivacità interiore che sento in questa primavera che mi piace e be'... forse dovrò giusto capire che farne.




Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...