E così mi sono chiesta cosa sia meglio fare, stordire tutto, spegnere il volume del mondo esterno o vivere le sensazioni fino in fondo, con violenza quasi? Ci sono momenti in cui, perché cambiamo noi o perché cambia qualcosa in ciò che ci circonda, il corpo sembra avere frequenze diverse da quelle che abbiamo sempre conosciuto, le percezioni cambiano, tutto sembra arrivare con più forza e lasciare segni più profondi. Esploriamo pensieri ed emozioni nuovi o che prima ci sembravano lontani anni luce dal nostro essere, e magari andiamo anche negli angoli bui, ci lasciamo spaventare. Perché anche quella è una sensazione, e a volte scopriamo che ci piace indugiarci. O magari perché gli angoli bui hanno qualcosa da dirci, di noi, ed è anche questo un modo per raccogliere informazioni su noi stessi. Poi bisogna capire che farne.
Il rischio è di sentirsi scentrati, come mi è capitato durante l'inverno, ma magari si riesce a imparare a viversi in modo diverso, nuovo, o forse rinnovato.
Questa primavera mi sta un po' spiazzando, non sono stanca come ho sentito dire a molti, ma non dormo bene, mi sveglio presto e fatico a riaddormentarmi. Forse il libro di Moshfegh mi è piaciuto anche per questo, perché ho bisogno di dormire anche io, ma a parte il bisogno di dormire che mi si legge in faccia, ora come ora non stordirei tutto, perché c'è qualcosa nella vivacità interiore che sento in questa primavera che mi piace e be'... forse dovrò giusto capire che farne.
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