Eccolo qui, limpido, chiaro e cristallino, eppure così difficile a volte.
Se ci penso a certe scelte che ho fatto, non riesco a dire che siano state sbagliate. Probabilmente erano giuste in quel momento anche se poi le cose si sono concluse. Ma erano sempre scelte. Quando invece ho trascorso periodi senza scegliere, ho trascinato cose che si potevano concludere o risolvere ben prima. Lo sto facendo tutt'ora, e alcune quest'anno finalmente ho smesso di lasciarle aspettare e le ho prese in mano. Per altre ancora ci devo lavorare, chiedo solo al mondo di non mettermi troppa fretta perché a volte ho bisogno di un po' di tempo.
Lo so che in questo mondo sempre di corsa non c'è spazio per le persone che necessitano di tempo, ma io a volte ne ho bisogno e forse ho anche tutto il diritto di prendermelo senza venire rimproverata. Ma forse io vivo in un mondo tutto mio in cui c'è spazio per le pause e per qualche momento di esistenza al quindici per cento. Non lo so, mi chiedo cosa pensi la gente di me, poi mi rispondo che quel che pensa non conta granché perché la maggior parte mi conosce così poco. Penserà che sono una figura sbiadita che vive al quindici per cento?
O forse non mi vede proprio, perché vivo al quindici per cento?
Stamattina pensavo a questo mentre infilavo le scarpe da corsa. Faceva più freddo dei giorni scorsi ed ero stata lì lì per rinunciare. Dopo due settimane circa che non correvo, era facile rifiutarmi di farlo proprio oggi. Ma alla fine sono andata. Non che sia una cosa che innalzi di molto quel quindici per cento, ma è l'atteggiamento che conta, no? Alla fine devo solo ricordarmi che la maggior parte delle cose sono enormi nella nostra testa e quando invece le tiri fuori, le metti in mezzo al mondo, riacquistano dimensioni meno gigantesche, a volte si rivelano molto più piccole di quanto pensassi. E succede anche che, prima di avere il tempo di accorgertene, le hai già superate con un enorme e liberatorio sospiro di sollievo.
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