Passa ai contenuti principali

Dieci minuti

Quanto mi mancava una giornata di pioggia come quella di oggi, e pare che siamo destinati a sentirne davvero la mancanza e sempre di più. Stamattina ho portato a scuola Dafne e poi passeggiata con Zumino (breve, dato che dovevo finire con un po' di urgenza delle cose di lavoro), sotto l'ombrello. Nonostante il generale fastidio dell'umidità, è stata corroborante dopo una notte così così. Adesso mi prendo questi dieci minuti per me, prima di rimettermi al lavoro che ultimamente le cose si sono fatte incalzanti (come sempre quando si mettono in mezzo feste e ponti).
Ma questi dieci minuti tutti miei mi servono a rimettermi in carreggiata, e infatti il bollitore sta già borbottando che è pronto per la tisana.
Pasqua non era iniziata nel migliore dei modi, dato che venerdì sono stata un po' male (nulla di grave, cose tipiche del cambio di stagione), ma per fortuna sono riuscita lo stesso ad andare a mangiare la pizza con la mia amica, che fra poco sarà di nuovo in partenza. Le vacanze di Pasqua (che poi, per noi adulti, significa solo lunedì a casa) non sono andate male, avrei fatto meno famiglia e più altro ma non importa, ho staccato la spina quel che basta ed è questo che conta.

Sto leggendo Paul Auster, che come al solito non mi delude, nello specifico sto leggendo Invisibile, un altro dei libri nella lista dei quattro che a inizio anno mi ero ripromessa di comprare e leggere. La seconda parte è parecchio disturbante e ora sono curiosa di vedere nella terza che si dice. La scrittura, comunque, magistrale come sempre.
Mentre sento il rumore della pioggia qui fuori e sono consapevole del grigiore della giornata penso che me ne starei tutto il giorno sul divano a leggere.
Non mi va male, starò a leggere comunque ma al computer e con un'attenzione diversa, oltre al fatto che cerco di concentrarmi al massimo e far bene, questo lavoro che ho fra le mani lo richiede più di altri.

Questa sera ho prove al coro perché lunedì era festa e ci sarà un altro lunedì festivo fra un po' e cerchiamo di recuperare tutto il possibile perché... ci sarà un live, supersegretissimo e solo per pochi intimi (parenti, amici, proprio come la recita di scuola). Sono contenta però, forse solo io so quanto avessi bisogno di una cosa così per tirarmi fuori emozioni positive.

Nel frattempo la tisana è pronta e la sorseggio godendomi i minuti di calma, che sono un abbraccio in questo periodo un po' titubante. Rileggo quello che ho scritto e mi sembra che sì, non ci sia niente di deprimente questa volta, solo io con una tisana, una coperta sulle spalle per la giornata più fredda, le gambe accoccolate sotto di me, i pensieri che cercano di farsi leggeri sapendo che non per tutte le domande c'è una risposta.

Commenti

Post popolari in questo blog

Tenere il punto

Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...

Prime volte

Sono una grande fan delle prime volte, d'altra parte, chi non lo è. Sono irripetibili, anche se sono cose che poi ripeti, poche o tante volte, ma le prime restano indelebili, nel bene e nel male. Non sempre sono belle, il che depone a favore delle seconde, terze ed ennesime, a volte però sono straordinarie. Per fortuna che sono accadute, anche se peccato che non possano riaccadere allo stesso modo. Non ho mai sofferto di grandi nostalgie, ma si sa, l'età a volte fa questi scherzi. E comunque si cambia e anche questo ha una sua bellezza. Anche l'esperienza ha la sua parte di meraviglia. Non so perché si demonizzi sempre il trascorrere del tempo, ci si affanni nella corsa a cercare di andare all'indietro, continuare a sembrare giovani – sembrare chi non si è. Non ho voglia di sembrare chi non sono, una lotta che in qualche modo ho portato avanti da sempre. Non mi trucco per non nascondermi, non significa che non mi prendo cura di me. Non ho le sopracciglia dipinte e non m...

Sgretolarsi e (forse) ricomporsi

Provo a tenermi insieme, ma più spesso di quanto vorrei sento di sgretolarmi. Provo a tenere insieme tutte le parti di me che conosco, quelle che conosco meno, quelle che cerco di coltivare e provo a tagliare le parti che vorrei abbandonare, i famosi rami secchi, eppure ancora non c'è un tutt'uno. A volte mi pare che la risposta sia lì, a portata di mano. E forse lo è e solo io remo contro, mentre allungo il braccio. Ma tutta intera non mi ci sono mai sentita, nemmeno quando leggevo Caproni e credevo di capire tutto (ma avevo quindici anni e di sicuro non capivo niente). Provo a tenermi insieme e a capire a chi devo credere, di cosa fidarmi, chi temere. Percepisco un errore nel sistema e non so se tentare ancora di ripararlo o uscire a godermi il bel tempo. Dovrei propendere per la seconda, ma si sa, sono testarda. Oltre a cercare di tenere insieme me, cerco di tenere insieme anche tutto ciò che c'è fuori. Impresa titanica a dir poco che dovrei proprio lasciar perdere, ma a...