Passa ai contenuti principali

Un altro sogno

 La notte scorsa ho sognato di fare la fila alla cassa del teatro per prendere il biglietto per uno spettacolo a cui tenevo tanto (ma di cui non ricordo assolutamente il titolo), c'era molta gente, toccava quasi a me ma la fila non avanzava mai, guardavo l'orologio e mi dicevo non ce la farò mai, anche perché stavo prendendo il biglietto qui a Pordenone ma lo spettacolo era in un paesino a mezz'oretta da qui, quindi non aveva davvero alcun senso. Però ci credevo, sono rimasta in fila finché non è toccato a me, e naturalmente come nei migliori sogni, quando arriva il mio turno la cassiera
sparisce, penso forse si è presa un attimo dell'acqua da bere, ma sono le 17.10 e lo spettacolo iniziava alle 17 quindi resta comunque una cosa irrealizzabile. Ma non si sa mai, magari ritardano l'inizio.
E invece niente, la cassiera dice che è troppo tardi, non vendono più biglietti. Mi volto, ed è ancora pieno di gente dietro di me, non in fila, sono un gruppo immobile e un po' inquietante, perché non sono lì per il biglietto, né per lo spettacolo che è altrove, quindi non ho idea di cosa ci facciano e noto una donna dal volto serissimo, ferma come una statua, ha i capelli lunghi e lo sguardo torvo e quando mi sveglio, oltre alla frustrazione di non aver raggiunto una cosa che era quasi a portata di mano mi rimane addosso quello sguardo torvo e quel pubblico inquietante. E sono le 4 e mezza, e faccio talmente fatica a riprendere sonno che oggi vorrei solo piangere.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao