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Un altro sogno

 La notte scorsa ho sognato di fare la fila alla cassa del teatro per prendere il biglietto per uno spettacolo a cui tenevo tanto (ma di cui non ricordo assolutamente il titolo), c'era molta gente, toccava quasi a me ma la fila non avanzava mai, guardavo l'orologio e mi dicevo non ce la farò mai, anche perché stavo prendendo il biglietto qui a Pordenone ma lo spettacolo era in un paesino a mezz'oretta da qui, quindi non aveva davvero alcun senso. Però ci credevo, sono rimasta in fila finché non è toccato a me, e naturalmente come nei migliori sogni, quando arriva il mio turno la cassiera
sparisce, penso forse si è presa un attimo dell'acqua da bere, ma sono le 17.10 e lo spettacolo iniziava alle 17 quindi resta comunque una cosa irrealizzabile. Ma non si sa mai, magari ritardano l'inizio.
E invece niente, la cassiera dice che è troppo tardi, non vendono più biglietti. Mi volto, ed è ancora pieno di gente dietro di me, non in fila, sono un gruppo immobile e un po' inquietante, perché non sono lì per il biglietto, né per lo spettacolo che è altrove, quindi non ho idea di cosa ci facciano e noto una donna dal volto serissimo, ferma come una statua, ha i capelli lunghi e lo sguardo torvo e quando mi sveglio, oltre alla frustrazione di non aver raggiunto una cosa che era quasi a portata di mano mi rimane addosso quello sguardo torvo e quel pubblico inquietante. E sono le 4 e mezza, e faccio talmente fatica a riprendere sonno che oggi vorrei solo piangere.

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