Passa ai contenuti principali

Libri-game

Sulle nostre montagne è arrivata tantissimissima neve ieri (qui da me ovviamente solo tantissimissima pioggia) e continua a piovere e nevicare, e sembra uno di quegli inverni di tanti anni fa, quando veniva freddo davvero, quando l'estate era metà piovosa e metà calda ma senza strafare, insomma, se non fosse per il Covid sembrerebbe un anno d'altri tempi, come quelli di quando ero piccola.

Non sono tanto tipa da presagi, ma vorrei fosse un presagio di bene. 

Come stai?, ci si chiede di solito quando ci si incontra, e quest'anno mi sembra una domanda difficile da rispondere più che mai. Da un lato mi sembra tutto normale, finché non esco di casa, finché non mi rendo conto di quanto più tempo passi a casa mio marito, del poco che vediamo i nostri genitori, della mascherina prima di uscire di casa (e di dovermi ricordare di passare il panno antiappannamento sugli occhiali), di non pensare a programmare weekend fuori questo Natale, o forse sì ma forse meglio star tranquilli coi soldi.
Come stai?, ci si chiede di solito quando ci si incontra, ma qui non ci si incontra quasi più.

Mi sembra di essere riuscita a migliorare il mio tempo fuori dal lavoro leggendo, e leggendo anche meglio del solito, però quando mi perdo un po' leggo messaggi che forse non ci sono in canzoni che vengono da lontano e mi perdo ancora un po'.
Un giorno un'amica che non vedo da tanto ha pubblicato una foto chiedendosi se si smette mai di avere nostalgia delle vite che si è scelto di non vivere. Bella domanda, e credo che la risposta sia sempre e comunque no. Ma la nostalgia deve restare leggera e alle tue spalle, penso, altrimenti invece di incedere a testa alta consapevoli di ciò che siamo rischiamo di inciampare.
Ma inciampare è della vita, ne fa parte, succede. E poi non è nemmeno detto che le scelte non fatte una volta non possiamo farle stavolta. Altrimenti i libri-game non avrebbero mai avuto successo, no?

Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...