Passa ai contenuti principali

Vi chiedo scusa fin da subito

Sono contenta che questa settimana finisca. È stato un tour de force di raccolta soldi per la scuola (vi assicuro che non è facile quando le maestre non possono assolutamente maneggiare soldi, c'è un'ora e un quarto di tempo per portare i figli a scuola e ognuno li porta a un'ora diversa quindi è impossibile beccarli tutti se non stai lì tutto il tempo e non puoi stare lì tutto il tempo perché cazzo, flessibilità di orario finché vuoi ma io in un'ora di lavoro correggo 60 cazzo di pagine di libro e questa settimana il lavoro è stato assurdo e ho avuto pure due nonne fuori uso ieri e oggi; in più, io sono la persona più felice del mondo che in classe di mia figlia ci siano 3 italiani compresa mia figlia e tutti gli altri siano stranieri, ma il problema è che se c'è una cosa a cui serve il gruppo WhatsApp è comunicare queste cose di scuola, pure urgenti, ma i genitori stranieri – alcuni non tutti – non hanno molta voglia di comunicare, probabilmente anche causa difficoltà della lingua, ma almeno se mi incroci per strada diocristo dimmi: ti do i soldi, non te li do, non mi interessa, non ho letto perché non ho tempo. DIMMI QUALCOSA! Poi naturalmente si svegliano tutti l'ultimo giorno. Italiani e non, eh. Oggi ho fatto il bollettino e quindi questa storia è finalmente finita. Il prossimo anno mi propongo senz'altro ancora come rappresentante di classe, sì sì sì, non vedo l'ora).
Ma torniamo zen.
No.
Perché io sto aspettando le correzioni di un autore, che mi ha mandato le correzioni di tutto, tranne un centinaio di pagine nel mezzo. Non alla fine, non le ultime, mi mancano quelle nel mezzo. E il libro dovrebbe andare in ciano tipo oggi. Ovvio. E io oggi lavoro fino alle 4, perché poi non ho le nonne. E quindi? Che si fa? Lascio? No va be', Lisbona, Lagos, Albufeira, aspettatemi, arrivo.
Aggiungiamo pure che mio marito domani è in fiera, quindi niente aiuti su quel fronte neppure domani, e speriamo solo che la bimba sia di buonumore e affabile e non in versione posseduta dal demonio.
Aggiungiamo che entro il 15 dovrei finire una traduzione e ALLORA CHE CAZZO STO FACENDO QUI SUL BLOG?
Be', mi pare evidente, mi sfogo e cerco di prendermi un minuto per me.

Torno zen.
Siccome queste settimane di follia mi 
MA VI HO DETTO CHE C'HO PURE LA BATTERIA DELLA MACCHINA SCARICA?

Torniamo a noi.
Siccome queste settimane di follia pura mi fanno presagire che non riuscirò ad andare in libreria, e siccome il 15 finiscono gli sconti Adelphi, ho ordinato dei libri via internet dal loro sito. Dovrebbero arrivarmi oggi, illuminando brevemente questa cupa giornata.
A dire il vero, ringrazio la non disponibilità delle nonne perché dopo le 4 non posso fare niente, mi godo mia figlia e chi s'è visto s'è visto.
Dai che è venerdì, dai che è venerdì, il prosecco attende in frigo e PORCO GIUDA CHE CAZZO FACCIO PER CENA STASERA?
Probabilmente, crepo.

(Scherzo, dai).


Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Tenacia

Solo io e le papere, ieri pomeriggio, imperterrite sotto la pioggia ai laghetti. Tenace è un aggettivo che mi piacerebbe mi venisse attribuito, non so quanto appaia all'esterno, anche se penso di sembrare meno tenace di quanto sia in realtà, o di quanto sia capace d'essere. Tenace sarà la mia parola di quest'anno, come aspirazione quanto meno, perché se non riesci ad attraversare tutto sempre con leggerezza, che è ciò che mi piacerebbe fare ma forse non è il momento giusto, allora è al tener duro che voglio aspirare. Forse mi prendo una pausa dal blog, che non importa a nessuno, ma devo dirlo a me stessa perché è sempre stato un bel rifugio ma ora non lo sento più così. Mi ci sento legata ma in questo momento il legame ha anche un sapore negativo, che non sto a spiegare, e credo di avere bisogno di liberarmene per un po'. Non un addio, solo un "non lo so". Ciao

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...