Che dire, piove, piove governo ignorante e incompetente.
Eppure non riesco a lamentarmene (della pioggia, non del governo, sia chiaro). Ho passeggiato volentieri ieri e oggi sotto l'ombrello con il cane (sotto il cane con l'ombrello però sarebbe stato uno spettacolo), e sono stata contenta di dover fare un paio di commissioni ieri mattina, prendendomi la pioggia fra l'uscita dall'auto e l'entrata in negozio e ritorno. Ce n'era bisogno, lo dicono tutti, lo dico anche io, ché di bisogno ce n'era davvero. Anche per innaffiare un po' me, non solo la terra.
Attraversare in auto il ponte sul Cellina, be', vi dirò, sotto il diluvio universale dà quel suo tocco di Caspar David Friedrich, William Turner, John Constable, il senso del Sublime e tutta quella roba del romanticismo che abbiamo studiato alle superiori (io anche all'università, a dire il vero).
Io attraverso – nel senso della larghezza – il primo braccio di quella specie di V biancastra che è un torrente, quasi sempre solo sassi, tranne quando si riempie di acqua (ovviamente). E sì, quella vista lì, andare verso le montagne quando il cielo è limpido e magari fa ancora freddo e ha nevicato da poco... dà un senso di infinita bellezza, gratitudine e pace, come se dover attraversare un territorio all'apparenza tanto desolato venisse ripagato da un profilo montuoso tanto bello quanto ormai a me noto e che mi fa dire: casa. (Ma se piove niente montagne, solo pioggia e aquaplaning).
Va be', elogio del particolare e strano territorio friulano a parte, gioiamo per l'arrivo del venerdì e di un fine settimana di niente (lo scorso è stato stancante, il viaggio a Milano e ritorno fra sabato e domenica non è stato riposantissimo, col cambio dell'ora poi non ne parliamo. Ma ci siamo divertiti ed è questo quel che conta).
Volevamo andarcene via qualche giorno per il 25 aprile ma LA SCUOLA NON FA PONTE IL 26, diodidio, e niente, far saltare scuola al giovane che ha già saltato parecchio par brutto. Ridimensioneremo, magari andiamo via lo stesso, a Pasqua non possiamo e quindi niente, troveremo una meta vicina più adatta. Non sarà facile, visto che l'idea iniziale era Roma, e visto che treni, aerei o qualunque cosa durante quel ponte costa un fottìo. La nostra posizione tutta spostata a nordest rende quasi più facile sconfinare che restare in Italia.
Comunque ogni consiglio è ben accetto. Tenete conto che mia figlia in macchina se non dorme, rompe chiamandomi ogni due secondi. Se c'è Il vitello dai piedi di balsa, però, canta. Ma non possiamo metterla in loop per tutto il viaggio, capirete.
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