Oh, scusate, mi sono resa conto di aver scritto per due post di seguito che sono triste e credo di aver dato l'impressione sbagliata. Non è vero, mi è solo capitato di avere l'umore non esattamente alle stelle.
In queste occasioni io e mio marito diciamo «sono un po' groot», quando abbiamo quella sensazione di poche energie, fatica ad andare avanti, pochi stimoli, cose così. Lo so, è un'espressione buffa mutuata dal Groot della Marvel e non ho idea di quando abbiamo cominciato a dire così, ma di sicuro dopo aver visto I guardiani della galassia. Ormai è entrata nel nostro lessico ufficiale. Va detta anche mettendo un po' di broncio, quasi sbuffando con il labbro inferiore che sporge. Bravi, così.
D'altra parte, come dicevo, era di sicuro complice la stanchezza e le varie cose da fare, oltre al lavoro, in più mio marito ha i suoi pensieri (sempre riguardanti il lavoro) perciò è un momento direi... intenso, ecco. Ma non foriero di cose brutte, anzi.
D'altra parte la primavera porta sempre a mettersi un po' in moto, complice il tempo più bello e l'aumento di luce (be', oggi è grigissimo, in realtà...) ma ti prende anche quel non so che di voglia di fare un cazzo.
Siccome la sera ultimamente siamo troppo groot anche per le serie tivù (leggi: ci addormentiamo sul divano) mi do alla lettura (circa dieci minuti, poi mi addormento sul divano :D). E se prima avevo il Kindle collegato a una prepagata, adesso gli acquisti vanno direttamente sul mio conto e ciò è decisamente PERICOLOSO. Dato che ho perso il foglietto staccato dalla moleskine in cui avevo scritto una lista di libri da prendere, pensavo di essere più o meno salva. In realtà, però, ogni tanto sul gruppo di FB «Leggo letteratura contemporanea», qualcuno pubblica un titolo e io mi ricordo che ce l'avevo in lista e mi dico: Ok, lo prendo cartaceo appena riesco a fare un salto in libreria, poi mi ricordo che prima di sabato è impossibile, sabato forse andiamo coi ragazzi a Trieste a vedere l'acquario e finirà che in libreria dovrò stare dietro a mia figlia, ammesso che ci mettiamo mai piede, e in più mi piacerebbe tornare sul sentiero Rilke, anche se sarebbe la quarta volta e i tempi mi sa che sono stretti e quindi... aspetta, vediamo se c'è su Kindle. E alla fine, se c'è...
Perciò, finito Lamento di Portnoy, o in contemporanea, penso che mi dedicherò a:
Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, di Roy Lewis: sarà almeno da un anno che voglio leggerlo anche se in realtà l'ho acquistato ieri sera.
The Weird and the Eerie, di Mark Fisher (anche se ho preso pure Realismo capitalista, ma per quello ho bisogno di più ispirazione, penso).
Ne ho anche altri eh, ma non credo di avere la lucidità e il tempo necessari. Mi lascerò ispirare. Ai due qui sopra, per ora e forse e se non cambio idea, darò precedenza.
Oh, non vedo l'ora che sia... non so, non vedo l'ora che sia Pasqua, forse persino AGOSTO.
Ciao ciao.
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