Un anno nuovo è iniziato ma non è cambiato molto. Ovviamente. Di solito a gennaio non faccio buoni propositi, anche se in realtà ne faccio di continuo. A dicembre ne ho fatti alcuni e ho cercato di seguirli. Con successo altalenante, o dovrei dire scarso.
A volte mi chiedo il perché di queste sensazioni profonde che sembrano quasi insensate.
Di euforie seguite da vuoti e mancanze, malinconiche emozioni cariche di assenze.
Di queste lontananze lancinanti, questi momenti di assurdi giochi di disperamenti.
Prima di addormentarmi, o appena sveglia. Poi ci si riempie di vita e concretezza, di molte gioie e per fortuna che è così, ma quel piccolo minuscolo peso nel cuore che tuttavia non sa andarsene non se ne va.
Ecco, per l'anno nuovo vorrei sapergli dare un luogo, un tempo o, magari, se serve, un calcio. Togliergli peso, dargli ali di leggerezza. Per me e non soltanto per me.
Di recente ho letto che "la bellezza di un altro non toglie nulla alla mia bellezza". Non l'avevo mai detto con queste parole ma il concetto alla base mi ha salvata anni fa da quel che ero. E vorrei che ci fossero più persone a pensarla così e ad agire di conseguenza.
Vorrei anche essere più brava a dire quello che penso anche se a costo di rompere equilibri. Forse se sono equilibri che costano troppa fatica per il senso che hanno ne varrebbe pure la pena. (Scusate, mi rendo conto che è un passaggio oscuro, ma al telefono scrivo sempre un po' di corsa).
Comunque abbiamo concluso l'anno bene, e il virus intestinale che ha colpito la mia bimba la sera di Natale non ci ha impedito lo stesso di andare in montagna, anche se per trovare la neve abbiamo dovuto proprio sudarcela. Che detto della neve pare un controsenso. Avevo bisogno di staccare e di leggere i sorrisi del mio viso con meno pensieri.
Ora invece aggiorno il blog dal telefono perché non ho il tempo di mettermi davanti al computer ma ho molta voglia di scrivere lo stesso. A volte però non posso proprio e mi sembra di ribollire. E scrivere mi dà pace.
Spero di sbagliare, ma ho come la sensazione che il 2019 sarà un anno in salita. Chissà se le sensazioni hanno un fondo di verità, non so dirvelo proprio io, che sono sempre molto razionale ma se c'è un terremoto forte dall'altra parte del mondo potete star certi che quella notte io ho sognato un terremoto. Lo so, non ha senso, ma devo prendere atto che è così. È successo anche con l'ultimo, a fine dicembre.
Dicevo che la sensazione è di un anno in salita ma forse è sempre così, all'inizio, quella vertigine di vedere 12 mesi lunghissimi da qui. O forse non devo guardare troppo l'insieme e immergermi nel momento e basta, che è l'unica realtà vera.
Chissà se riuscirò a scrivere come vorrei, questo 2019.
A volte mi chiedo il perché di queste sensazioni profonde che sembrano quasi insensate.
Di euforie seguite da vuoti e mancanze, malinconiche emozioni cariche di assenze.
Di queste lontananze lancinanti, questi momenti di assurdi giochi di disperamenti.
Prima di addormentarmi, o appena sveglia. Poi ci si riempie di vita e concretezza, di molte gioie e per fortuna che è così, ma quel piccolo minuscolo peso nel cuore che tuttavia non sa andarsene non se ne va.
Ecco, per l'anno nuovo vorrei sapergli dare un luogo, un tempo o, magari, se serve, un calcio. Togliergli peso, dargli ali di leggerezza. Per me e non soltanto per me.
Di recente ho letto che "la bellezza di un altro non toglie nulla alla mia bellezza". Non l'avevo mai detto con queste parole ma il concetto alla base mi ha salvata anni fa da quel che ero. E vorrei che ci fossero più persone a pensarla così e ad agire di conseguenza.
Vorrei anche essere più brava a dire quello che penso anche se a costo di rompere equilibri. Forse se sono equilibri che costano troppa fatica per il senso che hanno ne varrebbe pure la pena. (Scusate, mi rendo conto che è un passaggio oscuro, ma al telefono scrivo sempre un po' di corsa).
Comunque abbiamo concluso l'anno bene, e il virus intestinale che ha colpito la mia bimba la sera di Natale non ci ha impedito lo stesso di andare in montagna, anche se per trovare la neve abbiamo dovuto proprio sudarcela. Che detto della neve pare un controsenso. Avevo bisogno di staccare e di leggere i sorrisi del mio viso con meno pensieri.
Ora invece aggiorno il blog dal telefono perché non ho il tempo di mettermi davanti al computer ma ho molta voglia di scrivere lo stesso. A volte però non posso proprio e mi sembra di ribollire. E scrivere mi dà pace.
Spero di sbagliare, ma ho come la sensazione che il 2019 sarà un anno in salita. Chissà se le sensazioni hanno un fondo di verità, non so dirvelo proprio io, che sono sempre molto razionale ma se c'è un terremoto forte dall'altra parte del mondo potete star certi che quella notte io ho sognato un terremoto. Lo so, non ha senso, ma devo prendere atto che è così. È successo anche con l'ultimo, a fine dicembre.
Dicevo che la sensazione è di un anno in salita ma forse è sempre così, all'inizio, quella vertigine di vedere 12 mesi lunghissimi da qui. O forse non devo guardare troppo l'insieme e immergermi nel momento e basta, che è l'unica realtà vera.
Chissà se riuscirò a scrivere come vorrei, questo 2019.
Commenti
Come tutti gli anni, scommettiamo?
Buon 2019 appunto :)
@Francesco può darsi, restiamo ottimisti! 😌