Forse non sarà molto edificante, ma tant'è.
Sono anni che voglio scrivere queste cose, forse è il momento, forse ho trovato il modo per metterla giù.
Sono passati dieci anni. Da quando ho aperto il blog, per esempio. Il 2008 è stato per me l'anno più strano di tutti, penso.
È iniziato con mia madre che mi dice che l'ho delusa, è finito con una sbronza colossale di vodka, con me che sproloquio e rischio di farmi pure del male e non me ne ricordo nemmeno. Oh, sì, ora ne sorrido anche – la vodka è pericolosissima e mi provoca profondi vuoti di memoria – ma sul momento... che vergogna, ragazzi.
Nel mezzo ci sono state tante, forse troppe cose. C'è stata sofferenza e paura di restare sola, la ricerca di persone vicine, vicine fisicamente ma lontanissime per tutto il resto. E qui mi sono fregata. Prima sono stata insieme a una persona totalmente anaffettiva, che mi faceva del male – emotivo ma anche fisico, seppure non da denuncia – per fortuna mi sono riavuta e dopo pochi mesi lui se ne doveva andare per lavoro, io ho scoperto cose orribili di cui non dirò nulla ma l'ho mandato a fare in culo.
Mi sono circondata di amici e amiche con cui ora non credo riuscirei a passare nemmeno cinque minuti senza alzare gli occhi al cielo e chiedermi «Ma sul serio?». Però in quel momento c'erano e mi hanno distratta un po'. Ma quell'estate c'erano troppo alcol e troppe canne, mi stordivo per sentire o non sentire, non ne ho idea. Quando hanno iniziato a tirare fuori la coca però no, quello non l'ho mai fatto. Avrei troppa paura di stare male per andarci giù così pesante. E comunque già con una canna troppo forte una sera sono piombata a terra, svenuta, e mi sono pure tagliata un sopracciglio, ne ho ancora il segno anche se si vede quasi solo se sai che c'è. Un ammonimento per me quando mi guardavo allo specchio, nei mesi a venire. Mettevo le minigonne, andavo a ballare (no, io che vado a ballare al mare è una roba che non si è mai vista, né prima né dopo), no non scopavo a destra e a sinistra, avrei potuto, ma non lo facevo, forse per lo stesso motivo della coca. Non lo so.
Ma mi odiavo parecchio. Mi sono rinchiusa di nuovo nella mia stanza, come a gennaio di quell'anno, senza vedere nessuno. Avevo un blog su libero, poi l'ho chiuso. Avevo MySpace ma non avevo uno spazio vero che fosse mio e non sapevo più dove andare. Ho conosciuto una persona che non era una brutta persona, ma col senno di poi penso che avesse i suoi problemi di autostima, tendeva sempre a sminuire gli altri più che dimostrare che era bravo, a dirmi che non mordevo la vita, invece di incoraggiarmi a farlo. Sì forse non la mordevo, ma non era necessario darmi la mazzata finale. Non ho sofferto praticamente per niente quando è finita, una cosa a malapena iniziata a dire il vero. E pensare che grazie a lui ho anche conosciuto un sacco di persone molto molto belle e interessanti con cui su Facebook sono ancora in contatto, per quanto a distanza.
Poi ho smesso di cercare di farmi salvare da qualcuno. Ho cercato persone con cui mi piaceva circondarmi, amiche che non vedevo da tanto, che erano ritornate dai loro percorsi di studio e con le quali potevo parlare sul serio, non fingere di parlare. Persone che c'erano. C'era tanta assenza quando avevo bisogno di presenza, fisica ed emotiva. Ho cominciato a riemergere e poi a una festa, quando volevo solo divertirmi con la mia amica d'infanzia – che poi è pure stata la mia testimone di nozze –, ho conosciuto quello che ora è mio marito. Fra pochi mesi sono dieci anni e sono felice che lui sia arrivato, non a salvarmi, ma a mostrarmi come potevo salvarmi da sola.
In tutto questo ho perso persone che non meritavano di essere perse, ma che non ero pronta a tenere con me. È finita bene per tutti comunque, adesso, quindi va più che bene così. Certo, preferirei aver evitato di fare del male, agli altri e a me, per imparare qualcosa su di me e su tutto il resto.
Commenti
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.
La tua storia mi ha ricordato molto amico fragile di Faber.
Non te ne devi vergognare, perché è stata una fase dalla tua vita, indispensabile alla tua crescita e alla felicità del tuo presente.
Ti sei salvata da sola, perché le persone che abbiamo vicino possono incoraggiarci con il loro tifo, ma il rigore decisivo lo dobbiamo calciare da noi, da soli, contro il portiere avversario :)