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Molti forse, forse troppi

Ultimamente mi è capitato un po' per caso e un po' forse no di leggere molte cose sull'amicizia. Credo di non sapere bene cosa sia un amico/a, forse perché i miei amici sono tutti un po' lontani, e quindi non c'è mai una quotidianità d'amicizia per noi.
Forse perché la lontananza è stata una scusa sempre per allontanarsi un po', o perché troppa distanza porta a tenersi più distanti, a incastrarsi meno bene quando, dopo tanto, ci si incontra di nuovo.
Eppure con alcune persone mi incastro più che bene, anche se non le sento per un bel po'.
Forse è perché la immagino naturale e invece io ci devo sempre lottare un po'. O magari sono io che non sono tanto capace. O magari sono io che sono diffidente.
Ho stretto amicizie da adulta – da sola, non in coppia, mi rendo conto che in coppia è più difficile – che però fatico a mantenere. Io ci lavoro e mi ci impegno, ma loro forse sono già appagate da amicizie storiche nelle quali io non riesco a entrare. 

Forse innalzo muri invisibili a me che gli altri invece vedono. 

Forse abbiamo tutti così tanto da fare che è più difficile trovarsi oggi, rispetto un tempo, o forse, semplicemente, non ho trovato quelle giuste.
A volte vorrei riuscire a vedermi da fuori per riuscire a capire... Magari mi vedono come io vedo alcuni, alcuni conoscenti con cui giriamo spesso ma che alla fine dei conti non si rivelano mai amici sul serio. (Né di entrambi, né di uno solo dei due).

Forse sono avara di ti voglio bene in tutte le sue forme, perché non ne ho ricevuti molti da trovarmici a mio agio. Forse è per questo che dico di continuo ti voglio bene a mia figlia, che è il ti voglio bene più facile e spontaneo di tutti, perché voglio che abbia l'abitudine al ti voglio bene, non come me, che se lo dico sono quasi al punto di commuovermi, di solito. Insomma, significa che è importante sul serio.

[Comunque sia, non so perché, quando per dimostrare che non sono un robot devo cliccare sugli idranti mi viene sempre molto da ridere.]


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