Sì, perché ho capito una cosa importante, o forse più d'una.
Ma prima volevo premettere che sono giorni che arrivo qui, inizio a scrivere un post e poi non riesco a continuare. Non perché non siano vere o sentite le cose che inizio a scrivere, ma perché mi ritrovo un pochino smarrita e non so bene nemmeno io dove sto andando a parare.
Ieri sera, dopo aver messo a nanna Dafne ho finito di cercare alcune cose di lavoro e, quando mi sono accorta che mi mancava poco e che stamattina avrei avuto tutto il tempo di finire, ho deciso di passare di qui. Non per scrivere, questa volta, ma per leggere. Per leggermi. Avevo bisogno di capire una cosa.
Avevo bisogno di capire com'ero qualche anno fa, perché sentivo che dovevo ritrovarmi. È stato utile, e non è stato nemmeno imbarazzante come lo è invece rileggere la tesi scritta ormai tanti anni fa. Ho ritrovato me. Ho ripercorso quei giorni, saltando dal 2011 al 2012 agli anni dopo. Non ho letto tutti i post, avevo bisogno di ritrovare solo il mood, per così dire, non mi interessava il dettaglio.
E ho capito una cosa.
Ho capito che negli ultimi due anni ho messo anima e corpo su molte cose ma ho dimenticato di mettere anima e corpo a essere felice e godermi il momento. Ma non a essere felice cercando chissà cosa, a essere felice punto.
Sto seguendo online il corso The Science of Well-Being, e seppure il punto nodale a cui sono arrivata l'altro ieri – e cioè che per stare bene bisogna circondarsi di cose non durature invece che di cose durature, quindi di esperienze invece che di oggetti – forse non si applica più di tanto a me, nel senso che non sono mai stata una che ha bisogno di acquistare oggetti per stare bene, si applica invece benissimo a me nel senso che fra lavoro e impegni con la bimba, in effetti le esperienze (un cinema, un viaggio, un'escursione, un pranzo fuori) si sono ridotte. Ma non perché non posso fare esperienze con Dafne, semplicemente perché ora che mi si è ridotto il tempo di lavoro ho sempre paura di non riuscire a rispettare le scadenze e mi concedo troppo poco. Ma soprattutto, perché mi dimentico di riconoscere le esperienze.
Quindi mi fermo un attimo, adesso e ci rifletto sopra. Ogni giorno ci sono esperienze, che sembrano insignificanti perché non le ho riconosciute come tali. Io pensavo di avere bisogno di chissà cosa, invece ho bisogno solo di organizzare meglio il mio tempo, senza crucciarmi troppo delle conseguenze se per una volta una scadenza fatico a rispettarla. Sono umana e i contrattempi succedono. Ma, più di tutto, devo impiegare il tempo invece di perderne. Anche impiegarlo a far niente e riposarmi, se è quello di cui ho bisogno.
Ho fatto bene, per esempio, a dire a mia mamma di non venire questo pomeriggio. Non lavorerò, mi godrò Dafne (siamo a casa da sole per un paio di giorni), me la porterò in bici da qualche parte, giocheremo al parchetto, non lo so, qualcosa faremo, insieme. Lo facciamo, ma meno spesso di quando lavoravo solo mezza giornata.
Forse ho appena capito un'altra cosa. Che prima del 2016 per quante cose diverse potessero esserci, gli anni erano un po' tutti simili. Adesso sapete cosa? Le giornate vanno adattate alle esigenze di una figlia. E il primo anno eravamo sempre insieme e non c'era altro, poi l'anno scorso faticavo a lavorare bene perché la mattina stavo con la bimba, oggi mi mancano quelle mattine con lei nel marsupio o nel seggiolino della bici. Se la porterò al nido cambieranno di nuovo le giornate e dovrò abituarmi di nuovo. E quando inizierà l'asilo e poi la scuola, e ogni anno sarà diverso... E se non è tutta un'esperienza questa, allora non so proprio cosa lo sia!
E alla fine, un'altra cosa: devo ricordarmi che sono anche soggetta all'effetto primavera. Ogni anno, fra aprile e maggio subisco una forte battuta d'arresto. Dormo ma dormo male, c'è troppo caldo durante la giornata e mi ci devo abituare, devo uscire dal bozzolo confortante dell'inverno e lasciarmi andare senza pensarci e invece mi irrito e basta. Poi arrivo a fine maggio e in genere mi riconcilio con il cambiamento, non mi sento più così stanca e le energie ritornano. Negli ultimi due mesi mi sono lasciata davvero influenzare troppo da piccole difficoltà che vedevo come enormi. Capiterà ancora, e mi dispiace perché essere così altalenante mi fa sentire una specie di schizofrenica, ma forse, e dico forse, adesso mi è più chiaro come fare a ritrovare la mia leggerezza. Finalmente.
Commenti
Sono contenta di questa tua nuova consapevolezza. Spero possa portare a ritrovarti e a volerti ancora più bene.
Ci sto provando anche io.
Anche io mi rileggo, proprio per vedere come vivevo e cosa ho vissuto.
Ma guardo sempre avanti, anzi spesso sono felice di aver superato certi momenti :)
Circondarsi di esperienze e non di oggetti? io direi un mix di entrambe le cose!
Moz-
Vedrai che a un certo punto il meccanismo si azionerà anche per te, nel modo giusto.
Un abbraccio
Io non ho nessuno da mettere a letto, e la cosa mi cruccia un pochino.. forse anche per questo quella frase mi ha colpito particolarmente...
un bacio
Ma secondo me hai sbagliato.
Devi solo abituarti ad adattarti ai cambiamenti legati alla crescita di tua figlia.
Ora è lei il senso della tua vita. E' lei la felicità massima per te :)
Un abbraccio!