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Piangi appena puoi

Premessa: chiedo scusa per essere stata prolissa in questo post, ma a parte averlo scritto a più riprese fra ieri e oggi, non so quanto spesso aggiornerò il blog nei prossimi tempi, e avevo bisogno di prendere contatto con me in qualche modo, e farlo in questo caso equivaleva a darmi alla scrittura.


Non ho intenzione di usare il blog per scrivere solo della maternità, d'altra parte vi assicuro che durante le prime settimane è difficile pensare o parlare di altro, perché vieni risucchiata nel vortice delle 3 P (poppate, pannolini, pianti) e anche se ti piacerebbe fare o pensare ad altro, più o meno non ci riesci.
Siccome si passano momenti di sconforto mica da poco, in genere durante la notte mentre allatto vado in cerca su Google di un po' di consolazione in post e blog dove altre neomamme si trovano o si sono trovate nella mia stessa situazione. Per non sentirmi sola, per sentirmi più umana, per sentirmi normale. Perché a volte ti viene da pensare "ma sono solo io a viverla così?"
Sì, perché se ripensi all'amica X che due anni fa ha avuto un bambino ti pare di ricordare che dicesse solo quanto fosse felice di essere mamma, non quanto fosse esaurita. Non significa che non lo fosse, è solo che di sicuro a un certo punto filtra solo la gioia e la fatica si supera. Il che è consolante. Il punto è: quand'è che arriva questo certo punto?

A un certo punto si regolarizzerà da sola.
A un certo punto dormirà di più.
A un certo punto inizierai a capire cosa vuole.
A un certo punto il tuo istinto ti saprà dire cosa fare.
A un certo punto interagirà di più con te.

Ho passato una gravidanza informandomi il più possibile su quello che mi aspettava, non sapendo nemmeno lontanamente cosa mi sarebbe aspettato. Ci sta, è così per tutte, suppongo.
Ecco allora alcuni punti che forse non vi dicono sulle prime settimane di vita del neonato

1) non te ne innamori subito. O meglio sì, appena nasce c'è un misto di sollievo (oddio è finita 'sta tortura, mo' vediamo com'è venuta la creatura) e naturale amore per questo esserino indifeso, tremante e ancora mezzo sporco. Lo abbracci mentre probabilmente ti stanno ricucendo là sotto, e quindi diciamo che il confronto fra le due cose (punti di sutura VS neonato appoggiato al petto) ti fa propendere per un amore smisurato verso il secondo. Che almeno ti distrae.

2) ti sentirai incapace. Probabilmente non sai nemmeno bene come prenderlo in braccio, e in questo il più delle volte riesce meglio il papà. Anche perché a lui non fa male ogni singolo muscolo del corpo e non è ancora traumatizzato da travaglio + parto. Ma poi imparate in fretta anche perché non è che ci sia qualcun altro a prendervelo in braccio in eterno. Presto riuscirete a fare qualunque cosa con il neonato in braccio, anche mentre lo allattate riuscirete a mangiare, spostarvi da una stanza all'altra, aprire la porta quando suona il campanello e sì, anche sedervi sul water.

3) ti sentirai sfinita come non sei mai stata. No, infatti non è consolante il punto 2. Perché significa che probabilmente avrai sempre mal di schiena, o torcicollo o entrambe le cose, perché 3 chili e mezzo non sono tanti ma tutto il giorno sì. E non oso immaginare quando peserà di più. Perché pare che non comincino a camminare prima di un anno o giù di là.

4) apriamo una parentesi sull'allattamento. Sarà l'ennesima parentesi esistente in internet ma non importa. Io ci tenevo ad allattare al seno. Ci tenevo perché mi sembrava una cosa bella, perché è comunque la cosa migliore per tuo figlio, è sicuramente la più economica e anche pratica visto che non devi scaldare niente, che se sei in giro hai tutto pronto all'occorrenza senza pensieri. Però è faticoso, oltremodo faticoso. Sono passate quasi tre settimane e forse adesso ci sto venendo a patti, con l'allattamento al seno. Forse, e ripeto forse, inizia a non sembrarmi più una tortura. Perché diciamolo, l'allattamento a richiesta ti esaurisce. Perché a richiesta può voler dire che hai finito di allattare da mezz'ora e tuo figlio ne vuole ancora. Perché ha ancora fame, perché ha sete, perché non riesce a dormire e vuole consolarsi. E magari hai le ragadi, o comunque ti fa male, ma il tuo piccolo vuole mangiare, e a meno che tu non abbia un biberon e del latte in polvere perché il pediatra ti ha prescritto un'aggiunta di latte, non hai alternative e non puoi dire "oggi sono stanca, non mi va". E non puoi delegare. Ignorare i segnali della fame non si dovrebbe, e comunque riesci a farlo per un po', giusto per tirarla un po' più lunga di quella mezz'ora, ma a meno che non ti si addormenti per miracolo, alla fine la tetta ti tocca dargliela.
Dicevo, la tetta non si può delegare. Puoi dargliela solo tu. Ho pensato più volte di armarmi di tiralatte appena possibile per poter sbolognare l'incombenza. Per ora aspetto, lei è piccolina e dicono che A UN CERTO PUNTO le poppate diverranno più regolari. Ma io non so quanto resisterò.
Quindi non so se allatterò finché il mio latte le basterà. Perché è vero che non sei padrona della tua vita ed è vero che, almeno all'inizio, dormono di meno.
Non fraintendetemi, però, non è tutto negativo. Sono sicura che poi arriverà la parte piacevole. Se hai abbastanza pazienza e se per te può essere piacevole, perché non per tutte è così e non siamo tutte uguali. La parte piacevole la vedo già, chiaramente, il contatto pelle a pelle e l'atto in sé, intimo come nessuno. Ma sono consapevole che non a tutte può bastare, e per quanto riguarda me è ancora presto per dire se mi andrà bene sempre.

5) baby-blues, lo chiamano, e, ragazze, state tranquille, è tutto normale. Normale sentirsi depresse, sole, incomprese, incapaci, normale voler tornare indietro e riavere la vita di prima. Per un po', poi passa. Io sono ottimista, circondata da persone che possono aiutarmi, sto bene, ma non posso prescindere dagli ormoni. E le prime due settimane non sono state semplici. Ora però va meglio, inizio a sentirmi di nuovo me stessa, anche se ora non sono più la persona di prima in tutto e per tutto. Non ho ancora raggiunto un equilibrio ma sono abbastanza sicura di essere sulla buona strada.

6) preoccupatevi per lui, il papà. Io forse lo faccio anche troppo, ma non trascurate anche la sua, di stanchezza. Lui mi aiuta, è bravissimo, molto più di me fra l'altro, e non manco mai di dirglielo. Perché anche lui dorme poco e durante il giorno lavora, e si ferma a fare la spesa prima di rientrare e mi consola la notte quando piango perché devo allattare ancora e vorrei solo dormire. Presto riuscirete a essere di nuovo una coppia, anche se diversa da prima, ma non c'è motivo per non cercare di seminare bene già adesso, per quanto siate entrambi assorbiti dal nuovo arrivo.

Ultima cosa: vi daranno tanti consigli, ascoltateli, seguiteli, non seguiteli, seguite l'istinto, cercate di fare le cose in modo da stare bene il più possibile. Ieri per esempio ho approfittato di una poderosa poppata seguita da una lunga dormita per farmi una doccia fatta bene, senza dover aspettare che lui rientrasse. Mi sono portata la bimba dormiente appena fuori dal bagno, ho chiuso il cane in salotto e mi sono goduta il mio momento. Lei non s'è svegliata, non s'è svegliata nemmeno nelle due ore successive, che ho usato per riposare. 
Ma questo consiglio che mi è arrivato per interposta persona da una mamma di un bimbo di 6 mesi è quello che ho trovato più utile: piangete, piangete tanto quando potete farlo e vi sentite di farlo. Non è il consiglio in sé che ho apprezzato, ma mi ha fatto capire che più o meno tutte si sentono come mi sentivo io all'inizio, persa e spaventata. Piangete, sfogatevi e vi sentirete un po' meglio. Perché per quanto buio vi sempre adesso, magari a pochi giorni dalla nascita del vostro bimbo, credetemi fra poco andrà meglio. Sul serio, io non lo credevo tanto e pensavo di essere sbagliata, e invece sta andando meglio sul serio. Un po' mi sarò abituata a dormire poco, un po' in realtà si dorme di più, un po' allattare sta diventando una cosa che faccio volentieri e non più una tortura. Alcune giornate sono difficilissime ma non lo sono tutte. 
I vostri piccoli vi sembrano dei rompicapo incomprensibili, ma progrediscono davvero tanto tanto velocemente e d'improvviso iniziano a somigliare a delle piccole persone, e voi inizierete a sentirvi genitrici normali. Vi sembra di avere un fragile Cicciobello in mano che non può dirvi niente? Tutto normale, ma dura poco. Presto vi dirà tantissimo, ogni giorno di più. Sì, non è una frase fatta quel "imparerete a conoscervi". Convivendo a stretto contatto praticamente 24 ore su 24, imparerete sul serio e prima di quanto pensiate.   

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