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Coltivare la pazienza

È arrivato maggio, veloce come il vento. Il tempo è volato e quasi non me ne sono accorta. Ho lavorato molto in questo inizio di anno, ho consegnato l'ultimo lavoro stamattina e poi ho tirato un sospiro di sollievo. 
Sono pronta. Sono pronta a cercare di riposarmi, seppure ci sia ancora un progetto in piedi, che però ha consegna fra qualche mese ed è quindi gestibile in modo differente. 
Sono pronta anche se pronti non lo si è mai, suppongo.
Intanto cerco di imparare ancora a rallentare, a riposare di giorno se di notte ci riesco poco, a mettere davanti me invece degli altri... Per fortuna è da un pezzo che ho imparato a non vivere secondo gli orari, perché a quel che mi dicono fra un po' tanto varrà buttare gli orologi e seguire solo due cose: le necessità della bimba e un po' di istinto. Almeno all'inizio, finché non si ristabilirà un certo ordine (ma si ristabilisce davvero? Me lo chiedo proprio...).
Comunque sta arrivando la bella stagione. Finalmente. Quest'anno credo di avere bisogno del sole per ricaricare pile all'infinito (oltre che per asciugare quelle che immagino saranno maree di lavatrici).
Ho avuto qualche giorno un po' difficile, ero molto stanca e il tempo piovoso, freddino e grigiastro non aiutava. Canetto piangeva perché lo portavo fuori poco, ma sono un po' agli sgoccioli con i miei bonus passeggiata. Oggi invece, dopo una nottata non proprio entusiasmante, mi sento più energica, ho passeggiato mezz'ora con il bubi (che a quanto pare piange anche per altro: le cagne devono essere in calore) e ho iniziato a pensare: levo e lavo tende, pulisco vetri, butto copridivani in lavatrice? Be', vediamo, ci penso su un po', qualcosina farò ma non troppo, altrimenti l'ipotesi di riposo se ne va dritta a quel paese...
Mamma. Che parola enorme, sul serio. Me la rigiro in bocca ma ancora non la sento appartenermi, per quanto per certi versi mi sembra che mi cadrà addosso come una veste leggera e allo stesso tempo ricca di sfumature. Anche quando sarò ancora imbranata a cambiare un pannolino o a fare un bagnetto. Forse perché so che non verrà mai sempre tutto bene, ma verrà, in qualche modo. Lo spero. 
Poi c'è lui, che è la mia parte migliore, che è riuscito a farmi tirare fuori il meglio sempre, credendo sempre in me, in tutto e per tutto. Che ha già esperienza e un carattere rassicurante e razionale quando io tendo a farmi prendere dal panico. E poi insieme, credo, abbiamo una cosa che ci tornerà molto utile: abbiamo pazienza. Almeno, mi sembra che ne abbiamo parecchia, senza sfociare nell'eccessiva condiscendenza. Ma anche quando saremo tutti spazientiti, stanchi ed esasperati, spero che sapremo contare fino a 10 e ripartire. Con calma. Un passo alla volta, come tutto va fatto.

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