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Di paesi, città, amici e vicini

È stato divertente sabato sera uscire con persone che non vedevo da una vita: sto parlando dei miei vecchi compagni di elementari e medie. Ebbene sì, quest'anno sono riuscita a partecipare alla cena di classe, cosa che ultimamente non riuscivo quasi mai a fare, un po' per lontananza un po' perché la vita ci ha portati altrove non a caso, e non a caso abbiamo sempre priorità diverse.
Però quest'anno mi sono detta: probabile che la mia vita mondana venga ben presto totalmente compressa, e chissà per quanto tempo, forse meglio approfittarne.
È stata una bella serata, di ricordi divertenti, di ritrovamenti inaspettati, ma soprattutto ti fa capire perché ci sono persone che non frequenti più. Niente di strano, né di "cattivo": semplicemente, siamo persone così diverse che non potremmo mai far parte della stessa compagnia. Tranne alcune, che poi sono quelle che rivedo già più spesso e a prescindere da questi eventi, con le altre è ovvio che le cose in comune si limitano all'anno di nascita e l'aver frequentato per un po' la stessa scuola. Ma è bello così, apri una finestrella sulla vita di una persona che non vedi da tanto, scambi due parole su qualche esperienza di vita comune e poi ognuno ritorna al proprio vivere.
Però mi sono comunque connessa con una vita che solo quando vado dai nonni o da mia mamma ritrovo in pieno: quella del mio paese d'origine, quello delle radici e del dialetto e del paese senza spocchia. I pordenonesi non sono così, e io e mio marito, a tutti gli effetti, quando siamo con i nostri amici più "cittadini" ci sentiamo sempre quelli un po' "diversi". Ma in senso positivo: siamo quelli che capiscono e sanno parlare – anche se magari non in modo così scorrevole – il friulano e ne andiamo pure orgogliosi. Siamo quelli che non si fanno problemi a dire le cose in faccia come stanno, invece di nasconderci dietro formalismi o "buone maniere". Siamo quelli che tendenzialmente se ne fregano abbastanza di quello che possono pensare gli altri e preferiamo dire le cose con sincerità. Questa è una cosa che ho ritrovato in questa serata, da parte un po' di tutti: non c'è affettazione, in genere, e tutti parlano con più disinvoltura.
Ho ritrovato persone simpatiche e sono stata molto coccolata per il mio pancione in crescita. Insomma, sono stata felice sul serio e devo ammettere che non ero sicura di quale sarebbe stato il risultato, dopo tanto tempo. E sono felice, per una volta, di aver vinto la mia pigrizia e la mia poca socialità :) finché capita di tanto in tanto, posso farcela... :D 

Commenti

Mareva ha detto…
Succede anche a me questo: di vincere la diffidenza e scoprire, poi, di poter stare bene anche in situazione che non avrei mai considerato. Sono molto contenta per te.

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Tenacia

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