A fronte di una madre non dico maniaca della pulizia, ma quanto meno molto attenta, io faccio fatica a tirare fuori il tempo per fare l'essenziale. Tipo pulire i pavimenti, che purtroppo sono chiari e lo sporco si vede subito. Con pioggia + cane non ne parliamo.
Ah, sì, anche pulire il bagno.
Poi c'è il disastro. O meglio, non c'è il disastro ma la casa è piccola, lo spazio è quello che è, abbiamo sicuramente troppe cose e io ho sempre troppo poco tempo per dare una sistemata decente. Chiariamo il concetto (e questa espressione, una volta da me mai usata, è tutta di mio marito) io sono disordinata, e l'ho sempre saputo anche se fingevo di no, e devo dire che il disordine a suo modo mi piace. Però ci sono dei limiti anche per me (quelli di mio marito sono molto più in là dei miei, quindi in questo non trovo alcun aiuto).
Ma per quale regola del destino o della fisica io metto in ordine una stanza, poi tempo dopo riordino la scrivania, poi mi dedico interamente alla camera e all'armadio, e la prima stanza è già di nuovo disordinata? E pure la scrivania? Insomma, com'è che proprio non ce la fo?
Ho alcune teorie.
La prima è che passa troppo tempo tra un'operazione e l'altra. D'altra parte, io non posso permettermi di riordinare qualcosa ogni giorno, intanto perché lavoro da mattina a sera, poi perché devo portare fuori canetto, cosa che occupa altro tempo, e poi perché dalle 7 in poi, a meno di qualcosa di urgente, io voglio vivere. Che sia a casa sul divano o fuori a bere aperitivi e birre e vino vario e cenare con gli amici, il resto non ha certo la priorità per me.
Quindi il giardino e il portico qui davanti, non ve lo sto nemmeno a dire, sono un disastro (anche perché i rari fine settimana in cui ci sarebbe stato il tempo di fare qualcosa, o pioveva o dovevo lavorare ancora).
Seconda teoria: forse dovrei smetterla di ostinarmi ad andare a dormire tardi e cercare di alzarmi un po' prima. (Ma io a questa teoria non credo nemmeno un po', un po' come la storia delle scie chimiche. Nonono, dev'esserci per forza un altro modo.)
Terza teoria: non ci sono proprio portata. Dovrei mettermi lì e trovare un posto preciso per ogni singola cosa, al che sarebbe semplice riporre ogni singola cosa nel suo posto preciso. Ma soltanto a dirlo, anzi, a scriverlo, mi sono già annoiata. Sì, si perde meno tempo a cercare le chiavi se hanno un posto tutto loro dove metterle (ma tanto se le ha prese mio marito di sicuro le ha riposte altrove, dove io non le troverò mai perché... perché io lì non le avrei mai messe), ma che vita noiosa sarebbe senza quel tuffo al cuore ogni volta che pensi di aver perso qualcosa di indispensabile come il caricabatterie del cellulare?
A proposito di tuffi al cuore, e questo non c'entra nulla ma mi ricollego: stamattina è arrivato un messaggio e io ero ancora a letto, l'ho letto, ho risposto, ho rimesso il telefono sul comodino e d'improvviso (avevo di nuovo gli occhi chiusi) ho notato un cambiamento nella LUCE. Siccome sono deficiente, soprattutto la mattina presto, ho pensato di essere diventata cieca all'improvviso. Il mio cuore, lo giuro, ha saltato un battito. Poi ho aperto gli occhi e ho capito che si era spenta la luce del cell. L'ho detto che sono deficiente, no? Ma per farvi capire che alzarmi troppo presto la mattina potrebbe essere molto molto pericoloso.
Oggi però sono riuscita a fare un po' di decluttering: e cioè buttare tutte le cose inutili. Be' non tutte, ma almeno ho svuotato l'armadio e i cassetti di roba che non indosserò di sicuro. È sempre un'operazione molto liberatoria. Di recente l'avevo fatto anche con la libreria (no, i libri non li ho buttati, li ho soltanto sistemati, ma c'era una serie di volantini e carte varie che facevano proprio un gran caos) e dovrò rifarlo con le vecchie bozze (correggo bozze e poi non le butto, come regola, prima di un mese da quando so che il libro è stato consegnato perchénonsisamai. Poi che il mese diventi 6 mesi è un problema tutto mio). Ci si sente più leggeri.
Dopo di che, bisognerebbe passare anche alla vita: tagliare tagliare buttare buttare tutto quello che non serve. In questo sono diventata brava da un po' di tempo: il rischio mio è quello di buttare troppo e dimenticarmi di tenere per me una scatola con i "forse può ancora servire/forse non è proprio da buttare" (sia per le cose, sia per le situazioni e, va be' lo ammetto, anche per le persone).
E così è arrivato venerdì, ho bruciato un pomeriggio di lavoro perché non ne potevo più di rimandare e quindi, o lunedì lavoro come una matta per rimettermi al passo oppure dilaziono un po' e faccio qualcosa nel finesettimana. Come andrà a finire? Eh, chi lo sa.
Buon weekend!
Commenti