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Un fiore

Non sono una grande amante dei fiori. Sono belli, ma non mi piace particolarmente averli in casa. O anche sì, ma di certo non sono brava a occuparmene.

Gli unici fiori che amo davvero sono le calle, le calle bianche. Le amo perché sembrano così forti e perché nascono nei fossi, laggiù dove mia nonna si avventurava a raccoglierle per poi metterle nel vaso che campeggiava tutti i giorni d'estate in mezzo alla tavola.
Forse quand'ero piccola non pensavo nemmeno che fossero dei veri e propri fiori, li pensavo più come delle piante, così grandi e con i petali che sembrano foglie, solo bianche.
Adesso mia nonna non le va più a prendere giù nel fosso, un po' perché le gambe non glielo permettono, un po' perché quel fosso è stato ridotto per allargare la strada che ci corre davanti, e così le calle le coltiva nell'orto.
Ora come allora, vedere una calla mi fa sentire il fresco della cucina di mia nonna, che anche d'estate riusciva, e riesce tuttora, a restare di una temperatura gradevole nonostante la temperatura esterna.

Non mi piacciono le mimose, invece: le trovo brutte e hanno un odore insopportabile. Nessuno mi regala le mimose alla festa della donna perché lo sanno. Tranne il papà di Ale, che probabilmente non lo sa, e probabilmente è meglio non dirglielo perché c'è sempre chi non riesce a discostarsi da un modo di fare abituale. In genere ringrazio e poi io e Ale ci guardiamo e ridacchiamo, perché quando ci siamo messi insieme era proprio l'8 marzo e gliel'avevo raccontata questa cosa che odio le mimose, così lui mi ha regalato un cd con su scritto "Mimosa" e con una raccolta di canzoni che gli piacevano e che mi voleva dedicare.

E poi io non sono una che va in cimitero. Nemmeno ai funerali, se posso evitarlo. Io so che la gente non capisce, la maggior parte delle volte, e probabilmente pensa che sia maleducata ma le cose soltanto per educazione le faccio se non mi costa.
Come per i funerali, anche andare in cimitero è un rituale che non mi appartiene, anche se quando ero piccola mia nonna mi ci portava spesso, quando d'estate ero là in vacanza: portavamo i fiori freschi sulle tombe dei suoi parenti. Era un posto che in qualche modo mi piaceva: era estate quindi era sempre luminoso, pieno di fiori, c'era lo zio (il fratello di mio nonno) che ci lavorava e quindi ci fermavamo a chiacchierare e poi gironzolavo e guardavo le foto e leggevo le date e immaginavo le storie. Sciacquavamo le taniche dell'acqua e le riempivamo per poi portare un po' di sollievo ai fiori che sopportavano sotto il sole la calura. Poi cercavo fra le tombe quelli che avevano il mio cognome, e chiedevo se erano nostri parenti. E se lo erano mia nonna mi raccontava chi erano e qual era la loro storia. C'era silenzio, ma non troppo, con tutte le signore che andavano e venivano in bicicletta per fare le stesse cose che facevamo noi.
Adesso c'è mio papà là, e ogni tanto ci accompagno mia mamma, ma non riesco a sentirla mia come cosa, non lo so perché: anche se sicuramente quest'estate penserò a un ricordo da lasciare sulla sua tomba per il mio matrimonio, magari proprio una calla, perché di sicuro quel giorno lui avrebbe voluto esserci e mancherà un sacco.


Commenti

MyP ha detto…
Anche io odio le mimose!!!!
A dirla tutta odio anche la festa delle donne, ma io non sono molto normale. :-)

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