... ma quello che facciamo di quel che ci fa la vita. O qualcosa del genere. Non è Fabio Volo, lui ancora non scriveva libri quando ho letto questa frase, che era una delle citazioni che mi ero trascritta un bel po' di anni fa, quando trascrivevo citazioni dai libri. Ora non ricordo più da dove venga, perché quei fogliettini che conservavo in una vecchia scatola di biscotti devono essere a casa di mia mamma, se non sono andati addirittura buttati.
Ma è una frase appropriata. Facevamo un discorso sulla sfortuna (che per inciso, non esiste :)) e mi è venuta in mente.
Non posso vedere giovanissimi convinti di essere sfortunati, che a loro succedono di tutti i colori e il cui atteggiamento vittimista è già in nuce. No, al giorno d'oggi più che mai, mi fa venire i brividi. Al giorno d'oggi più che mai perché si trova sempre meno gente con sempre meno tempo disposta a sopportare chi cede il passo. Chi cede il passo resta indietro. E se cedi il passo perché davvero di più non puoi è un conto, ma se cedi il passo perché sei convinto "che tanto a me va tutto male" allora no. No, perché non le hai già provate tutte, non hai provato a riderci sopra prima di dire che è tutto sbagliato e non sai fare niente, perché oggi come oggi se non ti dai una svegliata ti si mangiano per colazione.
Ci sta la giornata storta, la giornata lunatica e la giornata in cui ti sembra che tutto precipiti, ma deve essere limitata, poche ore di autocompassione sono più che sufficienti per consolarsi un po'. Poi basta, si tirano su le maniche, o si tirano fuori le palle, insomma scegliete la metafora che si addice meglio.
Per la cronaca, domenica che dovevamo andare fuori a cena per l'anniversario, ero a casa con la febbre e un virus intestinale (di nuovo). Però stavo bene abbracciata sul divano con lui, segretamente meno dispiaciuta di quanto si potesse pensare per il fatto che la cena era saltata (be', solo rimandata, in fondo). Non si parlava di bicchieri mezzi pieni? :)
Ma è una frase appropriata. Facevamo un discorso sulla sfortuna (che per inciso, non esiste :)) e mi è venuta in mente.
Non posso vedere giovanissimi convinti di essere sfortunati, che a loro succedono di tutti i colori e il cui atteggiamento vittimista è già in nuce. No, al giorno d'oggi più che mai, mi fa venire i brividi. Al giorno d'oggi più che mai perché si trova sempre meno gente con sempre meno tempo disposta a sopportare chi cede il passo. Chi cede il passo resta indietro. E se cedi il passo perché davvero di più non puoi è un conto, ma se cedi il passo perché sei convinto "che tanto a me va tutto male" allora no. No, perché non le hai già provate tutte, non hai provato a riderci sopra prima di dire che è tutto sbagliato e non sai fare niente, perché oggi come oggi se non ti dai una svegliata ti si mangiano per colazione.
Ci sta la giornata storta, la giornata lunatica e la giornata in cui ti sembra che tutto precipiti, ma deve essere limitata, poche ore di autocompassione sono più che sufficienti per consolarsi un po'. Poi basta, si tirano su le maniche, o si tirano fuori le palle, insomma scegliete la metafora che si addice meglio.
Per la cronaca, domenica che dovevamo andare fuori a cena per l'anniversario, ero a casa con la febbre e un virus intestinale (di nuovo). Però stavo bene abbracciata sul divano con lui, segretamente meno dispiaciuta di quanto si potesse pensare per il fatto che la cena era saltata (be', solo rimandata, in fondo). Non si parlava di bicchieri mezzi pieni? :)
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