Ok, oggi è il mio compleanno, ormai si sa, tutto bello, sono contenta, regali, baci abbracci evviva. Però c'è una cosa che mi manca, ed è una cosa strana (forse non tanto, ma adesso vi spiego meglio).
Mi capita molto spesso di chiedermi cosa penserebbe mio papà. Non proprio cosa penserebbe di me, lo so che sarebbe felice per me, orgoglioso quando è il momento e tutto il resto. Mi chiedo, più che altro, come ci comporteremmo ora che non vivo più a casa dei miei. Insomma, mi telefonerebbe, mi verrebbe a trovare con mia mamma, magari più spesso di quanto non accada adesso con lei, da sola, che non ama guidare... voglio dire, quale sarebbe la nostra routine, come famiglia?
Zuma avrebbe paura di lui, oppure, come con mio fratello, si fiderebbe un po' prima che con gli altri maschi? (Mio papà sicuro lo adorerebbe, a lui i cani piacevano molto.) Mi telefonerebbe, da casa o da Catania, dove lavorava (ma lavorerebbe ancora laggiù, o magari nel frattempo avrebbe cambiato?) per farmi gli auguri, oggi, a qualche ora... come faceva e ha fatto per la maggior parte della mia vita, visto che per la maggior parte della mia vita non era a casa con noi, ma da qualche altra parte per lavoro.
Ecco, io che un papà ce l'ho avuto sempre e allo stesso tempo non l'ho avuto quasi mai, non sento tanto la mancanza di cose che riaffiorino nei miei ricordi, purtroppo, però mi manca tutto quello che sarebbe diverso se lui non fosse morto. È una sensazione strana e particolare, che porta in sé una malinconia meno struggente, più lieve e forse più dolce rispetto a quella che si sente con la perdita di qualcuno a cui eravamo strettamente legati, più dolce e anche più serena, ma comunque, alla fine, triste.
Mi dispiace molto che il nostro rapporto sia sempre stato strano e difficile, e mi è perfino difficile descriverlo, e mi fa sentire anche un po' in colpa, nonostante non ne abbia alcuna, ma d'altra parte il sentirsi in colpa è dei vivi e non dei morti, perciò suppongo sia del tutto normale.
Mi capita molto spesso di chiedermi cosa penserebbe mio papà. Non proprio cosa penserebbe di me, lo so che sarebbe felice per me, orgoglioso quando è il momento e tutto il resto. Mi chiedo, più che altro, come ci comporteremmo ora che non vivo più a casa dei miei. Insomma, mi telefonerebbe, mi verrebbe a trovare con mia mamma, magari più spesso di quanto non accada adesso con lei, da sola, che non ama guidare... voglio dire, quale sarebbe la nostra routine, come famiglia?
Zuma avrebbe paura di lui, oppure, come con mio fratello, si fiderebbe un po' prima che con gli altri maschi? (Mio papà sicuro lo adorerebbe, a lui i cani piacevano molto.) Mi telefonerebbe, da casa o da Catania, dove lavorava (ma lavorerebbe ancora laggiù, o magari nel frattempo avrebbe cambiato?) per farmi gli auguri, oggi, a qualche ora... come faceva e ha fatto per la maggior parte della mia vita, visto che per la maggior parte della mia vita non era a casa con noi, ma da qualche altra parte per lavoro.
Ecco, io che un papà ce l'ho avuto sempre e allo stesso tempo non l'ho avuto quasi mai, non sento tanto la mancanza di cose che riaffiorino nei miei ricordi, purtroppo, però mi manca tutto quello che sarebbe diverso se lui non fosse morto. È una sensazione strana e particolare, che porta in sé una malinconia meno struggente, più lieve e forse più dolce rispetto a quella che si sente con la perdita di qualcuno a cui eravamo strettamente legati, più dolce e anche più serena, ma comunque, alla fine, triste.
Mi dispiace molto che il nostro rapporto sia sempre stato strano e difficile, e mi è perfino difficile descriverlo, e mi fa sentire anche un po' in colpa, nonostante non ne abbia alcuna, ma d'altra parte il sentirsi in colpa è dei vivi e non dei morti, perciò suppongo sia del tutto normale.
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