Oggi doveva essere una giornata di riposo, e in effetti lo è stata, ho pranzato da mami, abbiamo anche fatto una bella passeggiata con il cane visto il bel tempo (strano ma vero!) del pomeriggio con il sole caldo, visto che non sembrava certo il 6 novembre.
Sapete che sto scrivendo su Evernote, perché pensavo fosse meglio redigere una brutta copia del post prima di quello in bella, come i temi a scuola. Io non facevo mai la brutta, almeno non negli ultimi anni di liceo. Scrivevo direttamente in bella, lo sapevate? Be', adesso lo sapete. Scrivevo in bella così per due ore, tre (quanto tempo si aveva? Non mi ricordo mica!) scrivevo solo il tema e potevo sviscerarlo meglio, senza dover perdere tempo a ricopiare. Ora come ora mi chiedo come facessi. Adesso sono abituata al computer, se sbaglio rileggo e poi cancello, e quindi riscrivo quando voglio, ma a scuola no, scrivevo a penna (ovvio) e quindi… ero coraggiosa, probabilmente. O consapevole. Tant’è.
Comunque, dicevo, Evernote: è un programmino interessante che sto provando a utilizzare e del quale parlerò in un altro post, dopo che lo avrò sperimentato per un po' (l'ho installato solo oggi anche sul telefono, quindi vi farò sapere). Diciamo che è un modo per avere appunti, schizzi, post-it tutti insieme, così da raccogliere idee e spunti o tenere in memoria cose interessanti viste in giro o su internet. Mi sembra una di quelle cose adatte a me, visto che io adoro i post-it e menate simili, ma ormai con la penna non faccio quasi più niente (a parte correggere le bozze dei libri, chiaro).
Siccome poi sono la regina del perdere tempo, magari in questo modo riesco a raccogliere meglio i frutti dei miei voli simil-pindarici in internet alla ricerca di spunti interessanti per conoscere il mondo (virtuale e non).
Un giorno un conoscente ha detto, senza sapere che io ho un blog, che non capisce questa cosa del blog; cioè, perché scriverne uno, a che pro, insomma, non abbiamo sviscerato l'argomento, e lui è un giornalista, a quanto ho capito, quindi naturalmente sono scattate in me subito due cose, ovvero uno: senso di inferiorità; due: io sono una persona riservata, non mi metto a ribattere con un quasi-sconosciuto, soprattutto perché vedi il punto uno. Questo porta al fatto che tre: probabilmente sembro una pindula (rincoglionita) con cui non si fanno grandi discorsi, che non ha niente da dire ecc. ecc. e, da qui, probabilmente al fatto che la gente pensa che sono effettivamente una pindula (accento sulla "i", mi raccomando). Che ci devo fare, devo avere delle barriere psicologiche di un certo tipo. Non lo so. O forse è che non mi piace parlare di una cosa a freddo, senza rifletterci meglio ed essere sicura di quello che voglio dire. O magari sono un pochino lenta. Io però ho una mia idea.
Ovvero:
uno: non mi interessa l'utilità del mio blog: è un blog personale, infatti non ha un argomento preciso del quale voglio parlare, ma è una scusa per me per scrivere qualcosa in momenti in cui ho voglia di farlo, e siccome sono timida e queste cose non le leggerebbe nessuno, almeno così c'è qualcuno che le legge. Quando parlo di riservatezza non scherzo: chiedetelo al mio moroso, che l'altra sera era seduto accanto a me con l'iPad ed era entrato nel mio blog e io gli ho detto di non leggerlo quando è vicino a me, cioè quando vedo che lo sta facendo, che mi vergogno. (Io c'ho dei livelli di imbarazzo parecchio imbarazzanti, lo so, ma mi volete bene anche per questo, no? Cioè, io me ne voglio.)
due: no io non lo farei mai un e-book o anche un libro in forma cartacea (o in carne ed ossa, come ha detto un giorno un autore di cui non posso fare il nome, ma che ha scritto davvero un libro) partendo dai post del mio blog. A parte che non si presta, ma comunque secondo me uno se vuole fare un libro ce se deve mette proprio di sana pianta (poi ovvio che le cose scritte in un blog sono sue e ce le può mettere, ma magari sarebbe da trattare più come una specie di appunti, solo che pubblici e commentabili invece che riservati a un bloc notes).
tre: non credo che una persona si debba giustificare perché scrive in un blog. Mi sembra un po' come doversi giustificare se di notte ci si sveglia dopo aver fatto un sogno e lo si trascrive in un foglietto e il giorno dopo lo si va, che so, a raccontare o a rileggere a qualche amico. Insomma, ognuno fa un po' come cazzo gli pare, no?
Voglio dire, abbiamo un mezzo, usiamolo, poi è ovvio che ne esce anche una miriade di cazzate, fatto sta che a volte da un mare di merda salta anche fuori qualcosa di molto bello e interessante, si fanno simil-amicizie, o conoscenza, con persone di interessi simili (o opposti) e ci si scambia informazioni, si conoscono cose che non si sarebbero conosciute. D'altra parte, vengono pubblicati libri che sono di gran lunga peggiori di tanti blog (e lo so bene, cazzo se lo so bene!).
Ho detto troppe parolacce? Be', dài, ogni tanto capita...
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