Che nel mio caso significa: dove mi metto a lavorare, in cucina, in salotto, in giardino? (O in camera?, ma solo quando non sto tanto bene o mi tocca lavorare quando in casa c'è un po' di "casino" - bambini che giocano, di cui uno dei due è ultratrentacinquenne.) Devo dire la verità, mi trovo bene in qualunque luogo e mi trovo male in qualunque stanza, ovvero dopo un po' mi tocca cambiare posizione o postazione, in questo senso mi annoio molto facilmente.
Al momento la scelta è per il salotto: intanto perché è l'unica stanza dotata di aria condizionata, è la più ampia e luminosa, se c'è del lavoro leggero mi tengo anche la tv in sottofondo e niente è più comodo del binomio divano+pouf.
D'inverno invece prediligo la cucina, più calda e accogliente, e poi sul divano rischia di venirmi troppa voglia di dormire. Il letto invece è troppo scomodo sempre, e poi ho vissuto un sacco di tempo costretta a studiare in camera e preferisco per lo meno dividere il luogo di lavoro da quello del riposo.
Il giardino è riservato solo alla mezza stagione (anche se non esiste più, dicono) perché d'estate si schiatta.
Domani invece mi tocca andare a Udine, che in realtà è un bene perché ci vado per prendere un lavoro, ma è male, anzi IL MALE perché fa un caldo fotonico, e credo che non ci sia niente di peggio dell'andare in stazione con una macchina priva di aria condizionata, prendere un treno che speriamo non sia in ritardo e che l'aria condizionata ce l'abbia, ma soprattutto ritornare indietro presumibilmente con un caldo ancora più fotonico e dover entrare in una macchina che ha riposato sotto il sole per delle ore. Ce la farò. Spero solo che il mio cane riesca a non soffrire troppo il caldo, porello, soprattutto perché anche se posso tentare di lasciargli in giardino una bacinella piena d'acqua, temo che nemmeno il rischio di un colpo di calore riesca a fargli superare la paura di sguazzarci dentro. O forse sì?
Domenica siamo stati a prendere un po' di sole in riva a un torrente, su in montagna, si stava meglio ma faceva comunque caldo e l'abbiamo buttato dentro (per forza, altrimenti moriva) un po' gli è piaciuto, credo, o per lo meno gli dava sollievo, ma da solo non entrerebbe mai. Che bella giornata è stata quella, si stava così bene con il rumore dell'acqua che scendeva dalle rapide, altro che mare. Anche quello potrebbe essere un buon posto per lavorare, sia il rumore sia il panorama erano terapeutici, a mio parere... e mentre la gente fa sapere attraverso Facebook dove si trova (XY si trovava qui: spiaggia tal dei tali; oppure: XY si trovava qui: Parigi; XY si trovava qui: machissenefrega) avrei voluto dire: be', io ero a Claut, a costo zero tranne la spesa per i panini di mezzogiorno, c'era sole e c'era ombra, c'era acqua fresca (fredda, meglio) e non sarei voluta essere da nessun'altra parte al mondo. (Forse in Islanda sì, ecco, le dovute eccezioni bisogna pur farle.)
Al momento la scelta è per il salotto: intanto perché è l'unica stanza dotata di aria condizionata, è la più ampia e luminosa, se c'è del lavoro leggero mi tengo anche la tv in sottofondo e niente è più comodo del binomio divano+pouf.
D'inverno invece prediligo la cucina, più calda e accogliente, e poi sul divano rischia di venirmi troppa voglia di dormire. Il letto invece è troppo scomodo sempre, e poi ho vissuto un sacco di tempo costretta a studiare in camera e preferisco per lo meno dividere il luogo di lavoro da quello del riposo.
Il giardino è riservato solo alla mezza stagione (anche se non esiste più, dicono) perché d'estate si schiatta.
Domani invece mi tocca andare a Udine, che in realtà è un bene perché ci vado per prendere un lavoro, ma è male, anzi IL MALE perché fa un caldo fotonico, e credo che non ci sia niente di peggio dell'andare in stazione con una macchina priva di aria condizionata, prendere un treno che speriamo non sia in ritardo e che l'aria condizionata ce l'abbia, ma soprattutto ritornare indietro presumibilmente con un caldo ancora più fotonico e dover entrare in una macchina che ha riposato sotto il sole per delle ore. Ce la farò. Spero solo che il mio cane riesca a non soffrire troppo il caldo, porello, soprattutto perché anche se posso tentare di lasciargli in giardino una bacinella piena d'acqua, temo che nemmeno il rischio di un colpo di calore riesca a fargli superare la paura di sguazzarci dentro. O forse sì?
Domenica siamo stati a prendere un po' di sole in riva a un torrente, su in montagna, si stava meglio ma faceva comunque caldo e l'abbiamo buttato dentro (per forza, altrimenti moriva) un po' gli è piaciuto, credo, o per lo meno gli dava sollievo, ma da solo non entrerebbe mai. Che bella giornata è stata quella, si stava così bene con il rumore dell'acqua che scendeva dalle rapide, altro che mare. Anche quello potrebbe essere un buon posto per lavorare, sia il rumore sia il panorama erano terapeutici, a mio parere... e mentre la gente fa sapere attraverso Facebook dove si trova (XY si trovava qui: spiaggia tal dei tali; oppure: XY si trovava qui: Parigi; XY si trovava qui: machissenefrega) avrei voluto dire: be', io ero a Claut, a costo zero tranne la spesa per i panini di mezzogiorno, c'era sole e c'era ombra, c'era acqua fresca (fredda, meglio) e non sarei voluta essere da nessun'altra parte al mondo. (Forse in Islanda sì, ecco, le dovute eccezioni bisogna pur farle.)
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