Be' se vi capita di avere la giornata storta e incazzata come me oggi, perché ho probabilmente perso due settimane di lavoro, comunque malpagato e che comunque non ti dà granché di possibilità, se penso che per questo non riesco nemmeno a concentrarmi sulla tesi... e poi leggo un articolo, triste e quasi rassegnato come questo qui sotto, sinceramente mi viene voglia di mandare tutto e tutti a fanculo. Perché io mi incazzo a vivere in questo «benedetto assurdo belpaese» (come dice Guccini).
Questa è la lettera di una neolaureata a Beppe Severgnini, Corriere della Sera (fonte http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-05-29/01.spm) --> ho imparato a linkare, wow!
Ah sì, e poi mi vengano anche a dire che per una ragazza è tutto più semplice. Oh certo, è più semplice solo se la dai, o se sei figa, e sai che soddisfazione per la tua testa. Perché un uomo intelligente ma brutto è un uomo interessante, una donna intelligente ma brutta è solo una racchia.
Ho sbagliato tutto, dovevo fare la Noemi
Caro Beppe,
era da un po' che ci pensavo, e dopo aver letto quanto hai pubblicato su «Noemilandia» (21 maggio) ho deciso di scriverti. Sono una ragazza di 24 anni, e da due mesi ho conseguito la laurea magistrale in relazioni internazionali, facoltà di scienze politiche, con il massimo dei voti. Il mio sogno è quello di fare un dottorato di ricerca ma, come è ben noto, in Italia è una strada senza futuro e, so che è banale dirlo, l'unica soluzione sembra essere quella di andare all'estero nell'ormai nutrita schiera dei cervelli in fuga. Il mercato del lavoro è chiuso e sbarrato, i canali di inserimento per i neolaureati sono pressocché nulli, poco importa quanto sei qualificato. L'unica cosa che ti viene proposta è una sequela infinita di stage, ormai diventati l'ennesimo strumento legale per sfruttare il lavoro, senza offrire alcuna prospettiva.
Come molti altri neolaureati so che ci aspettano anni di precariato e incertezze. Da più di una settimana, aprendo il Corriere della Sera trovo ogni giorno un articolo su Noemi Letizia. Al di là del fatto che il presidente del Consiglio è andato alla sua festa di 18 anni e che le ha regalato un collier da 6 mila euro, ora sappiamo anche quello che dice la mamma di lei, sappiamo che è finita sul Times e che ha ricevuto offerte per un film, sappiamo che Novella 2000 ha pubblicato ben cento sue foto segrete, e sappiamo perfino che è vergine. Tutti validi motivi per ascendere ogni giorno agli onori della cronaca su uno dei principali quotidiani nazionali. Che ti devo dire? In mezzo a questa incertezza sul futuro almeno una cosa l'ho capita chiaramente: sono io che ho sbagliato tutto. E' evidente che è questo che paga in Italia. Sputare il sangue sui libri per cinque anni non serve assolutamente a niente.
Questa è la lettera di una neolaureata a Beppe Severgnini, Corriere della Sera (fonte http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-05-29/01.spm) --> ho imparato a linkare, wow!
Ah sì, e poi mi vengano anche a dire che per una ragazza è tutto più semplice. Oh certo, è più semplice solo se la dai, o se sei figa, e sai che soddisfazione per la tua testa. Perché un uomo intelligente ma brutto è un uomo interessante, una donna intelligente ma brutta è solo una racchia.
Ho sbagliato tutto, dovevo fare la Noemi
Caro Beppe,
era da un po' che ci pensavo, e dopo aver letto quanto hai pubblicato su «Noemilandia» (21 maggio) ho deciso di scriverti. Sono una ragazza di 24 anni, e da due mesi ho conseguito la laurea magistrale in relazioni internazionali, facoltà di scienze politiche, con il massimo dei voti. Il mio sogno è quello di fare un dottorato di ricerca ma, come è ben noto, in Italia è una strada senza futuro e, so che è banale dirlo, l'unica soluzione sembra essere quella di andare all'estero nell'ormai nutrita schiera dei cervelli in fuga. Il mercato del lavoro è chiuso e sbarrato, i canali di inserimento per i neolaureati sono pressocché nulli, poco importa quanto sei qualificato. L'unica cosa che ti viene proposta è una sequela infinita di stage, ormai diventati l'ennesimo strumento legale per sfruttare il lavoro, senza offrire alcuna prospettiva.
Come molti altri neolaureati so che ci aspettano anni di precariato e incertezze. Da più di una settimana, aprendo il Corriere della Sera trovo ogni giorno un articolo su Noemi Letizia. Al di là del fatto che il presidente del Consiglio è andato alla sua festa di 18 anni e che le ha regalato un collier da 6 mila euro, ora sappiamo anche quello che dice la mamma di lei, sappiamo che è finita sul Times e che ha ricevuto offerte per un film, sappiamo che Novella 2000 ha pubblicato ben cento sue foto segrete, e sappiamo perfino che è vergine. Tutti validi motivi per ascendere ogni giorno agli onori della cronaca su uno dei principali quotidiani nazionali. Che ti devo dire? In mezzo a questa incertezza sul futuro almeno una cosa l'ho capita chiaramente: sono io che ho sbagliato tutto. E' evidente che è questo che paga in Italia. Sputare il sangue sui libri per cinque anni non serve assolutamente a niente.
Commenti
purtroppo la ragazza che ha scritto quella lettera ha ragione, il futuro per il nostro paese non è roseo. Se le cose ora vanno maluccio ho la sensazione che andranno sempre peggio, per due semplici motivi: i governi futuri dovranno riparare ai danni di vent'anni di malgoverno; mentre si riparano quei danni gli altri paesi continueranno a crescere, ampliando ancora di più il gap che esiste già fra il nostro paese ed i paesi civili. Per quel che mi riguarda ho deciso di lasciare l'Italia fra pochi mesi e consiglio a tutti i miei simili di fare lo stesso. Un abbraccio, ciao.
Penso proprio che non ti pentirai della tua decisione di andare via, ti auguro ogni bene, e ricambio l'abbraccio :-)
Miky dice: "Poi comunque un giovane in qualsiasi campo, dall'umanistico allo scientifico all'economico e via dicendo, di qualsiasi livello oltretutto, è costretto a passare attraverso ottomila stage e intanto farsi mantenere, o lavorare anche di notte per mantenersi da solo. E dormire quando? E quando ti costruisci la vita, se la impieghi tutta per farti sfruttare dagli altri?"
Ecco, io qui virgoletto e aggiungo: magari dopo 10-15 anni ti sei costruito anche una professionalità, avendo fatto tanti sacrifici ed avendo rinunciato a tante cose (spesso a divertirsi, per quanto mi riguarda) ed il frutto di tutto questo qual è?
Essere precario a tempo indeterminato, non aver prospettive concrete per il futuro, ed aver realizzato, passati ormai i 30 anni, che sarebbe il caso di andarsene dall'Italia?
A 19-20 non l'avrei fatto, mi avrebbero dovuto costringere con la forza, ma a posteriori direi che se mi avessero spedito a studiare all'estero (dove poi magari avrei trovato lavoro e mi sarei inserito quand'ero più giovane) sarebbe stato meglio...
Be' certo ogni persona ha la sua storia e i suoi motivi, si può restare nel proprio paese oppure andarsene. La cosa davvero triste? Che non è più una scelta, ma una necessità, se non quasi un obbligo per vivere in modo soddisfacente sotto più punti di vista. Conosco anche chi da giovanissimo è partito, ha fatto la sua bella esperienza, anche di anni, all'estero, ma adesso vorrebbe tornare a vivere in Italia. Ed è il primo a dover dire "ma chi me lo fa fare", con tanta tanta amarezza.