Se sapessi disegnare rappresenterei come un'ombra nera e indistinta, con un ghigno osceno e due mani sporgenti questa cosa qui. Questa cosa che non so come altro chiamare se non schifo. Ecco. Un'ombra nera che da sotto il terreno sporge e ti afferra le caviglie e cerca di tirarti giù. In questo momento, l'ombra afferra le caviglie del mio uomo e lo fa vacillare parecchio. Le mie le afferra ma ancora riesco a stare ben su, anche se le sento serrate e pesanti abbastanza da raddoppiare la fatica dei passi. Qualcuno vicino a noi, invece, è stato atterrato dall'ombra così, di punto in bianco. Si rimetterà in piedi, glielo auguro e lo so con certezza, ma al momento è stata atterrata. E non si rimetterà in piedi con un balzo, dovrà arrampicarsi a fatica, e sarà dura. La merda è merda ed è inutile stare qui a dire che supereremo anche questa e andrà tutto bene e staremo vicini. La merda è merda e ora una persona ci deve nuotare fino al collo, e noi solo da riva, ma con i pied...
è soltanto una riscrittura della realtà.