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Visualizzazione dei post da 2021

Santa Claus in Trouble

Forse qualcuno l'aspetta come sto aspettando io l'arrivo del corriere che deve prendermi dei pacchi, forse qualcuno l'aspetta come si aspetta che ti servano quel krapfen alla crema pasticcera sul quale stavi sbavando da dietro al bancone prima di sederti a ordinare, forse qualcuno l'aspetta come si aspetta la tredicesima (beati voi che ce l'avete), forse invece qualcuno l'aspetta come si aspetta la fatidica domanda "E tu che fai a Capodanno?", forse qualcuno non l'aspetta proprio perché non ne conosce l'esistenza. Sia come sia, è arrivato il momento di raccontare anche quest'anno la storiella di Natale. Che forse devo modificare un po', perché ho idea che non stia invecchiando benissimo. «Per Babbo Natale non era il giorno giusto. L’idea di farsi tre o quattro volte il giro del pianeta, gridando “ho ho” a Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donner, Blitzen e Rudolf e scarrozzare per il cielo lasciandosi dietro una scia di

Un po' di cose e di quasi niente

  Comunque non lo so come hanno fatto quelli che hanno abbandonato i loro blog, per me ormai è un pezzetto di me. E anche ci fosse una sola persona che ogni tanto viene a vedere se sono ancora viva, mi piace l'idea di rassicurarla che sì, sono ancora viva. Ho visto anch'io la serie di Zerocalcare, e ho pianto e riso tanto e ripensato a cose del mio passato perché lui ha sempre raccontato un pezzo di noi, di me di sicuro. Be', ve lo dico, questa volta ha raccontato un altro pezzo che quasi quasi avevo dimenticato. Non è un periodo facile, questo. Non mi sento felice per gran parte dei giorni e forse nessuno lo sa. Forse lo sto mettendo qui perché voglio capire se è vero o se sto dicendo una cosa non vera. Ma mi sembra abbastanza vera. Eppure, per fortuna, non mi sembra una cosa irreparabile. Se fossi infelice e con la sensazione che questa cosa non potrà cambiare mai, allora sì, avrei bisogno di aiuto concreto per invertire la rotta dei miei pensieri. Sono solo consapevole c

Tempo che passa

Transiti di Rachel Cusk è un breve romanzo che sembra più la raccolta di tanti racconti. La voce del narratore quasi sparisce di fronte alle storie dei personaggi che incontra, che diventano man mano i protagonisti. Ci sono pagine di narrazione molto belle e piacevoli, riflessioni che possono scaturire da qualsiasi fatto apparentemente insignificante, come l'acquisto di un cane. Sembra dire che ogni azione, come ogni uomo o donna dell'orbe terracqueo, possono avere alle spalle una storia che, se sei capace di raccontarla, ha la potenzialità di diventare un racconto interessante. Rachel Cusk ha senza dubbio questa capacità.   Quando abbiamo smesso di capire il mondo è una serie di racconti-aneddoti che prendono spunto da personaggi e fatti veri per poi discostarsene completamente e diventare piccoli nuclei di racconti inventati, collegati fra loro in modo che, se fossero veri, darebbero quasi un filo conduttore capace di collegare alcuni fra i principali eventi storici e scien

Confessioni

Devo dirlo, ultimamente ho pensato abbastanza seriamente di abbandonare il blog. Non ho ancora deciso cosa farò, magari morirà da solo così, senza annunci eclatanti, ché tanto. Questo ultimo periodo è stato molto intenso, molto lavoro, organizzazione con la piccola, pensieri vari... Ieri ho fatto anch'io la prima dose di vaccino, chissà, si tornerà alla quasi normalità? Almeno sto bene e, a parte un po' di dolore al braccio, non ho avuto altro.  Mio marito lavora di nuovo per la multinazionale, anche se in modo diverso, mi sembra felice. Ma c'è di meno a casa, quindi sono un po' più affaticata anch'io. Mi manca un po'. Dafne cresce, cresce tantissimo e a vista d'occhio, mi manca moltissimo quando era piccolina, ma d'altro canto apprezzo molto le cose che potenzialmente posso fare ora. Ho letto pochissimo, quasi nulla, perché è un periodo che va così. Non me ne cruccio perché leggo per lavoro comunque, e perché non vale la pena crucciarsi. Tornerà il mome

Brindisi

  Proprio all'inizio della zona gialla (quindi dieci giorni fa), hanno messo la classe di Dafne in quarantena. Avete presente la sensazione di essere arrivati finalmente in cima a una montagna per poi scoprire che manca ancora un pezzo, il più ripido, per arrivare davvero alla meta? È esattamente così che mi sono sentita quel lunedì mattina, quando ci hanno chiamato per una positività nella classe di mia figlia. Se fino a prima eravamo in zona arancione con tutte le restrizioni del caso, ma almeno scuola-parco-giri in bici erano possibili, adesso ci ritrovavamo con la piccola a casa da scuola e senza nemmeno poterla far svagare fuori dal cancello di casa. E per fortuna che abbiamo un giardino. E una bambina particolarmente brava, devo dire. E così ho finito le ultime cose di lavoro fra lunedì e mercoledì, poi mi sono presa qualche giorno per dedicarmi a lei e togliere un po' di peso al papà. Che per fortuna in questi giorni è a casa causa cambiamenti lavorativi in atto. Insomma

Esplosione solare

Ultimamente aggiorno poco, scrivo poco, leggo anche poco. Voglio pensare che sia il periodo, oltre al lavoro che impegna, e la famiglia che impegna dopo il lavoro, ma non sono sicura che il motivo sia questo. Forse ho perso slancio, o forse ho perso motivazione. Non saprei. Ma qualche cosa la dico, così, tanto per farvi sapere come va. 1- Sono stata costante e ormai corro circa un giorno sì e uno no. Oggi ho sfiorato i 5km a 5'33'' al km e sono orgogliosa di me. Ma soprattutto, mi sento bene, mi sfogo fisicamente e libero il cervello dai pensieri, nonostante non sia la mia attività preferita. 2- Mi ostino a leggere, anche se ho avuto qualche settimana di sconforto che mi ha fatto passare la voglia. 3- Per l'ennesima volta, sento che vorrei dirigere le cose un po' più in su, alzare un po' l'asticella, ma non so bene come. Ci rifletto, cercando di capire come fare, per una volta, a scansare o cavalcare l'ondata di impegni con cui ogni volta la vita riesce

Sbocceremo ancora

Passo veloce, perché naturalmente ora si gioca agli incastri fra bambina a casa da scuola e lavoro. Forse passo veloce anche perché ho perso un po' la voglia di scrivere, mi dispiace, ma mi sa che è proprio così. E credo di sapere perché l'ho persa: perché sono stanca. E annoiata. Non annoiata davvero, il lavoro non manca e il resto da fare c'è sempre, ma annoiata della continua ripetizione degli stessi schemi. A un certo punto passerà, questa situazione finirà, si tornerà a viaggiare e a muoversi liberamente, a passeggiare sotto il sole, come ho fatto stamattina con canetto e la musica dei R.E.M. nelle orecchie, ma senza restrizioni, con i pensieri altrove. Per ora ancora no, per ora teniamo ancora duro, sperando che sia davvero ancora solo per un po'. Siamo stanchi e un po' avviliti, ma cerchiamo di tenere il sorriso sulle labbra e di rilassare gli animi, non per nascondere la realtà, ma per dare alla realtà la possibilità di essere migliore. Soprattutto per i nos

Distrazioni

In questo periodo di grandi incertezze, ci sono pochi momenti che mi rimettono in pace con il mondo come quando leggo, quando sto con la mia famiglia, quando passeggio in montagna o comunque in mezzo alla natura. Sto con la mia famiglia sempre, più o meno, ma ci sto veramente quando dimentico di avere uno smartphone. Quindi ciò che accomuna le tre attività, oltre al piacere in sé di farle, è stare lontana dalle distrazioni digitali. A questo proposito, ho letto un saggio molto interessante che si intitola 8 secondi , di Lisa Iotti (ilSaggiatore). Il titolo rimanda alla convinzione diffusa che l'attenzione di un pesce rosso su una cosa duri non più di 8 secondi: a quanto pare ci stiamo avvicinando pericolosamente a quel record negativo. L'autrice ha fatto delle ricerche, recandosi in diversi istituti dove scienziati stanno cercando di capire quali possano essere gli effetti a lungo termine dell'uso sempre più massiccio di smartphone e social network. Lo consiglio davvero a t

È solo il 21

Non lo so se esiste davvero questa cosa di "essere sé stessi", mi pare quasi improbabile riuscire a esserlo davvero quando non si è più bambini, quando le sovrastrutture si sono accumulate negli anni, così come i modelli che si decide di voler seguire, quelli che ci sono stati sconsigliati, quelli che chi ci circonda non vedrebbe di buon occhio, quelli che ci autoimponiamo di o di non prendere in considerazione. Ma è forse vero che la cercare di capire qual è la versione migliore di noi, la migliore PER noi, è inevitabile nell'arco della vita, perché è il modo in cui cerchiamo di essere felici, o almeno di stare bene. E infatti alla fin fine si cerca sempre di capire cosa ci fa stare bene e cercare di fare per quanto possibile solo quello. Si diventa grandi – si invecchia, dai, diciamolo – e si è in genere imparato a fare a meno delle cose e delle persone che non ci aggradano. Credo, ma non è detto che io sia una brava osservatrice di me stessa, di avere una vita interior

Che 2021 sia

Ieri sera, quando sono andata a letto ancora piena delle parole di Shirley Jackson e delle atmosfere di Herman Koch (sì, leggo più libri contemporaneamente, di solito), avevo già in testa di scrivere questo post, oggi. E nonostante il tempo scarseggi, sono felice di aver trovato un po' di tempo per scrivere, e forse quest'anno mi piacerebbe riuscire a farlo più spesso (forse però me lo dico ogni anno); in fondo mi rendo conto che un certo tipo di comunicazione immediata (stories su Instagram, per esempio) mi piacerebbe ma ci sono ostacoli che non me la fanno sentire mia. Forse preferisco questa comunicazione più pensata e meno immediata anche se ormai fuori moda, anche se ormai leggono in tre, anche se non so che fine farà a un certo punto questo blog e quello che ci ho lasciato scritto. Ma mi è di stimolo a lasciar scritto, e non mi pare cosa da poco. La mia vita mentale è stata parecchio attiva durante queste vacanze, soprattutto perché la vita fisica aveva importanti limi