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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche

Così lunga è la strada

È difficile e si sta male. E sì, siamo stanche. Quando ero molto più giovane ho lasciato un ragazzo e sapevo di non riuscire a farlo perché diceva di no. Che lui non voleva. Mi sentivo terribilmente oppressa, una sensazione orribile di totale mancanza non di libertà, proprio di non potermi muovere. Non era violento, non lo è stato fisicamente, ma emotivamente ero devastata. Ho fatto e detto cose orribili e che nemmeno pensavo perché mi lasciasse finalmente andare. L'assurdità di questa frase: mi lasciasse andare. Perché non mi lasciava andare. E lì ho rischiato, perché per quel che ne so avrebbe potuto arrabbiarsi e farmi male. Una sera, l'ennesima in cui uscivamo per "parlare", in cui gli dicevo che non volevo più stare con lui, che era finita, l'ennesima sera in cui siamo tornati a casa e io pensavo finalmente è l'ultima e lui invece allora domani ti passo a prendere. Quella sera aveva un coltello da cucina in macchina. L'ha preso in mano dicendomi una c

Fotografie

Ho visto la foto di una conoscente su Instagram, una foto in cui lei era circa ventenne credo, si chinava verso la madre, che invece era seduta e tendeva le mani come a tenerle la testa prima di, immagino, un bacio affettuoso. Un momento rubato, di una persona che ho conosciuto moltissimi anni fa ma che conosco poco, ma non ha importanza questo, quell'attimo colto da chissà chi mi ha provocato un tuffo al cuore. Il tuffo al cuore perché so che quella mamma non c'è più e mi domando quanto possa mancare alla figlia l'affetto che traspare da quella foto. E poi un tuffo al cuore perché io non ho un ricordo così, con mia madre, ma non perché non ci fosse qualcuno a immortalarlo o raccontarlo, ma perché da una certa età in poi almeno, un certo tipo di gesto affettuoso è venuto a mancare sempre. Mi chiedo quanto questo abbia influito su un certo mio sentire, sulla mia difficoltà ad avvicinarmi ad altri, sulla sensazione perenne di un abbraccio mancato. Che provo in tutti i modi a