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Visualizzazione dei post da marzo 25, 2015

Hotel Esistenza

Fuori piove, e il mio Hotel Esistenza a volte è fatto di questo, di un posto dove fuori piove, è grigio, umido e freddo e dentro però c'è un caldo confortante, una tazza di tè fumante, una coperta morbida e del tempo per me. Un giorno ho detto che Follie di Brooklyn parla anche di me, e tanto. Ci sono cose di questo libro – e non è la storia in sé, quella non ve la voglio nemmeno raccontare, perché di scrivere trame non mi interessa tanto – dicevo che ci sono cose che mi rispecchiano molto. L'io narrante, Nathan (anziano, in pensione, divorziato) decide di voler scrivere Il libro della follia umana e «riportare in esso, con il linguaggio più semplice e chiaro possibile, il racconto di tutti gli svarioni e i capitomboli, i pasticci e i pastrocchi, le topiche e le goffaggini in cui ero caduto nella mia lunga e movimentata carriera di uomo». Lavora su blocchetti di appunti, foglietti volanti, retro di documenti vari, insomma, disordinato ma meticoloso, tanto da divide