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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Cuore leggero... almeno per un po' (spero)

Noi qui diamo il nome a tutto. La mia auto vecchia si chiamava Polla. Quella nuova si chiama Puffa. L'unica piantina che ancora sopravvive dentro casa è Puntina. (Cavoli, tutto con la P). Octopus era la piantina grassa che credo mio marito abbia – inconsapevolmente – ucciso. Il pupazzo che ho comprato all'Ikea anni fa solo per metterlo in macchina mia (un Bulldog inglese ingrugnato) si chiama Ragù. Il bonsai che avevo regalato a mio marito – e che ora è bello che morto – si chiamava Romeo. Il bonsai che aveva lui prima si chiamava Carmen. (Decidere se una pianta è maschio o femmina è la cosa più dura). Per il cane è tutta un'altra cosa. Zuma è il nome che aveva già quando siamo andati a prenderlo, ci piaceva molto e gliel'abbiamo lasciato. Ma, a parte quando lo sgridiamo, per il resto lui è: Plinio, Pliniutti, Canetto, Canuppio, Bubi, Bubino, Pulo, Cippolippo (ehm, va be', anche "Canedelcazzo" ma detto sempre con grande affetto mentre gli facciamo

Pista da corsa

Ci sono delle cose che mi ricordano l'adolescenza come poche altre. Una di queste è un campo di terra rossa, una pista da corsa, un campo sportivo. Io e la mia amica passavamo i pomeriggi fuori dal palazzetto, lei in attesa dei suoi allenamenti di atletica, io a far finta che un po' di quello sport potesse essere fatto anche per me. A volte giocavamo sul retro, al campetto da basket, altre ci portavamo racchette e palline da tennis e improvvisavamo una partita di squash, ci sedevamo sulle gradinate in pietra a chiacchierare, e andavamo sulle gradinate in ferro, quelle del campo di calcio, a correre su e giù. Parlavamo dei ragazzi che ci piacevano, e proprio lì, su quelle gradinate, la sera di qualche anno più tardi avremmo dato i nostri primi baci. La domenica andavamo al palazzetto a guardare le partite di basket dove giocavano uno o più di quelli a cui volevamo giurare il nostro amore eterno, eterno fino almeno all'autunno successivo... Era anche il luogo in c

Sei così, ed è bello

Sono tre giorni che cerco di scrivere qualcosa, e non è la mancanza di cose da dire, ma l'eccesso ad avermi sempre bloccata. Ricordate l'effetto imbuto? Proprio quello. Sarà che ci sono troppe cose tutte insieme in questo periodo, sarà la primavera, sarà che non stavo tanto bene... ma seppur sentissi il bisogno di esprimere tutto finivo per non riuscire a esprimere proprio nulla. È più semplice andare con ordine o fare a caso? Non lo so, oggi decido di fare a caso. Ieri è morta una ragazza giovanissima, io non la conoscevo ma mi era capitato di leggere la sua storia tempo fa per via di amici miei su Facebook che invece la conoscevano, seppur non bene, credo. Insomma, una ragazza con un sorriso bellissimo che per due volte ha dovuto affrontare il cancro e alla fine non ce l'ha fatta. Da quello che ho letto, una forza d'animo incredibile, una vera guerriera. Notizie come questa ti lasciano addolorata e perplessa anche se non conosci di persona chi ne è protagon

Walking On Sunshine

Oggi ho scoperto che ogni mattina cammino con canetto per più di 3 km (apperò, che roba). Poi con una rapida quanto superficiale ricerca su Google ho scoperto che camminare 3 km al giorno fa benissimo alla salute. Aggiungiamoci l'altro paio di kappaemme che macino prima di cena sempre con canetto e quelle due volte alla settimana di palestra che dovrebbero giustificare l'esborso di 400 euro per 12 mesi ed ecco che in poche parole posso dire che diventerò immortale. Scherzi a parte, ho scaricato Runtastic più per sapere con precisione quant'è lungo il solito giro che faccio con Zuma che per autoincitarmi a iniziare a correre regolarmente. Cosa che in realtà mi riprometto all'incirca ogni santa primavera, da almeno 15 anni a questa parte. Ah, vedrete, anche quest'anno passerò un paio di giorni andando a correre davvero, esaltandomi tantissimo, approfittando di quei due giorni in cui coincideranno temperatura giusta-assenza di allergia-un po' meno lavoro del

Conversazioni

Ho letto un'intervista a Peter Handke, meglio, una conversazione. Su di lui e la sua opera io avrei voluto scrivere la tesi alla specialistica, tranne che nessun prof pareva disposto a seguirmi e quindi ho dirottato su altro. Ma non è detto che un giorno non riprenda in mano il discorso. Anche se tanto mi manca il tempo per farlo. È un'intervista che ha un velo di tristezza in sé, ma mi piace molto. Non è davvero triste, ma c'è qualcosa che . Insomma, niente salti di gioia né slanci di vitalità. Da un autore di lingua tedesca non è che ci si aspettino proprio guizzi di ilarità sguaiata, credo. In ogni caso, mi è sembrato che continuasse un discorso che ho iniziato io qualche post fa: sì, quello del rifugio nella propria mente, dell'Hotel Esistenza di Auster, sempre quello lì. Uno dovrebbe scrivere una tesi a 50 anni, non a 25, perché solo allora avrà abbastanza carne al fuoco, avrà davvero trovato la strada giusta. Almeno, io lo farei, perché solo adesso mi sembra

Tutto così uff

Io odio la burocrazia, vorrei che morisse. Ma in questi giorni ne siamo sommersi, tra l'auto nuova, l'assicurazione per l'auto nuova, e poi figuriamoci, la Partita Iva e le fatture che devo emettere. E poi chiedere per sapere se è tutto a posto, attendere risposte, fare chiarezza su quando sarà il bonifico... eccetera eccetera. Ci sono dei momenti in cui accumulo burocrazia perché la odio, e poi me la ritrovo tutta insieme sul groppone: un po' quella rimandata per colpa mia, un po' quella che in altro modo non si poteva proprio fare, insomma, ci sono delle serate in cui mi sembra che queste carte, queste questioni, siano tutte riunite come in una sorta di uomo marshmallow dei Ghostbusters che avanza incombendo su di me. In realtà lo so che basta prendere le cose, una per volta, dall'inizio e risolverle. Oggi ho chiesto, mi è stato risposto, e un tassello che ieri sera mi sembrava oscuro e infingardo è andato dritto al suo posto. Però sono la regina dei

Tempo di gite

Come sempre avrei moltissime cose da scrivere, e vorrei poterle rigettare in un nanosecondo belle fatte e finite così come sono nella mia testa. Ma purtroppo sono costretta a rallentare alla velocità delle mie mani, che sebbene scrivano molto in fretta sulla tastiera del computer, non lo fanno abbastanza per stare dietro al flusso che mi scorre nella mente. Quindi bisogna iniziare con ordine, anche se l'ordine in questo genere di cose non mi piace nemmeno. Le vacanze di Pasqua non sono vere vacanze per chi come me e mio marito lavora tutto il venerdì prima di Pasqua (io anche sabato mattina, a dirla tutta), ma quantomeno lunedì non era un vero lunedì e la settimana successiva, cioè questa, è un po' più corta. Quindi guardiamola per com'è, anche perché già solo pensare che il 25 aprile è un sabato qualunque fa venire il mal di pancia. Comunque sia, sabato pomeriggio io e Ale ci siamo fatti la nostra bella spesa di pesce, che lui ha cucinato per il pranzo di Pasqua:

I limiti un po' più in là

1 aprile 2015: a passeggio con canetto, ieri ho capito che cosa si intende con "verde". Ieri sera sono andata in palestra, e siccome è la settimana di non-ho-capito-che-cosa, invece delle solite lezioni c'erano delle cose un po' diverse. Naturalmente non lo sapevo perché lunedì ero a casa a smaltire i resti dell'influenza, ma magari ci sarei andata comunque. Insomma, quando vedo che iniziano a trasportare nella nostra sala le bici da spinning ho pensato "Oddio, anche no". Non sono una grande fan della bici indoor in giovane età e con il bel tempo all'esterno, ma visto che avevo quell'ora a disposizione ho detto "Va be', anche sì". In fondo io sono fatta così, cerco di provare un po' tutto quanto. Vi dirò, alla fine mi sono divertita. Peccato che oggi non sono più capace di camminare. Ieri sono scesa dalla bici e i muscoli cedevano. Poi abbiamo fatto un quarto d'ora di pilates per allungare i muscoli ma non mi sono b