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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

In pigiama

Una delle fortune o delle sfortune di lavorare da casa è che non ti devi mettere in tiro (a meno che tu non debba incontrare qualcuno); a dirla tutta, non sei nemmeno costretto a vestirti (a meno che tu non abbia in programma una videochiamata su skype) e puoi startene anche in pigiama, lavorare tranquillamente senza per questo essere meno professionale, attento o concentrato.  Io non sono un'amante del pigiama tutto il giorno: sebbene a casa, anche quando a casa ci stavo solo il fine settimana o la sera, avessi un abbigliamento abbastanza trasandato (tuta, vecchi jeans o vecchi maglioni e felpe), comunque relegavo il pigiama sempre e solo alla notte. Anche perché con il pigiama fa freddo, di solito (va be' estate esclusa, ma d'estate dormivo in mutande). Qui invece, abitudini diverse: il mio moroso, per esempio, anche durante la settimana spesso fa colazione in pigiama e si veste dopo: cosa che io non avrei mai fatto prima, io che mi sono sempre alzata dal letto e vesti

Magic Journalism

Alla luce di quello che avevo scritto qualche post fa su letteratura, fantasia, metafore e linguaggio, allora non posso fare a meno di condividere questo link, un'intervista a Chuck Rosenthal che ci racconta qualcosa sul giornalismo magico e la letteratura postmoderna e che fra le sue influenze, guarda un po', cita proprio il nostro Italo Calvino. http://www.minimaetmoralia.it/wp/intervista-a-chuck-rosenthal/

Passato, futuro e insostituibilità

Risentire dopo un bel po' una cara amica, che anni fa è stata davvero una delle più care, una di quelle con cui condividi tanto, dalla prima sbronza alle prime delusioni ai problemi in famiglia o a scuola, e le gioie della spensieratezza. Un'amica che ora sta per diventare mamma, che si commuove perché io, lei e la terza del gruppo ora siamo diventate donne, loro ormai madri, e soprattutto, siamo felici. Tutte e tre. Per quanto durante l'adolescenza si possa tendere al tragico e ai problemi esistenziali, delle tre sono stata quella con la famiglia meno problematica, ma come molti ho attraversato anche io i miei periodi bui (forse li ho attraversati dopo, a dire il vero). Loro invece hanno avuto dei momenti difficili da più piccole, cosa che mi faceva rendere conto della mia fortuna da un lato, e mi faceva alzare contro le ingiustizie dall'altro. Poi siamo cresciute, abbiamo preso strade diverse e ci siamo perse di vista, anche se mai del tutto. E ora ci ritroviamo, com

Non è importante quel che ci fa la vita...

... ma quello che facciamo di quel che ci fa la vita. O qualcosa del genere. Non è Fabio Volo, lui ancora non scriveva libri quando ho letto questa frase, che era una delle citazioni che mi ero trascritta un bel po' di anni fa, quando trascrivevo citazioni dai libri. Ora non ricordo più da dove venga, perché quei fogliettini che conservavo in una vecchia scatola di biscotti devono essere a casa di mia mamma, se non sono andati addirittura buttati. Ma è una frase appropriata. Facevamo un discorso sulla sfortuna (che per inciso, non esiste :)) e mi è venuta in mente. Non posso vedere giovanissimi convinti di essere sfortunati, che a loro succedono di tutti i colori e il cui atteggiamento vittimista è già in nuce. No, al giorno d'oggi più che mai, mi fa venire i brividi. Al giorno d'oggi più che mai perché si trova sempre meno gente con sempre meno tempo disposta a sopportare chi cede il passo. Chi cede il passo resta indietro. E se cedi il passo perché davvero di più non pu

Va tutto bene

Avete presente quelle giornate in cui va tutto storto, quelle in cui dici più e più volte "ma non è possibile", quelle in cui pensi: "no, ok, io non credo nel karma, non in quello positivo per lo meno", oppure ti senti empaticamente legata alla protagonista di un libro a cui va tutto storto senza soluzione di continuità. Ecco, ieri è stata una giornata di quelle. Mi taglio il polpastrello (di nuovo, ma almeno è la mano sinistra e il taglio è superficiale, però quanto sanguina), perdo tempo, la stampante non riconosce il toner e io ho una consegna urgentissima e poco tempo, il mal di testa da latente diventa pulsante e anche il cane ha deciso di essere nervoso e rompino. Un respiro profondo. Due respiri profondi. Facciamo anche tre. Poi amore arriva a casa. Con il tavolo nuovo. Con il suo sorriso, anche se stanco. Spostiamo tutto e ora, oltre a un nuovo e solido tavolo da cucina, ho finalmente una scrivania spaziosa nella quale lavorare come si deve. E poi mangiam

Fantasie

Quando ero alle superiori, parlando genericamente di libri, la prof di tedesco disse: "Quando nella vita avete un problema, se leggete un fumetto o guardate un film dell'orrore non risolvete il problema, se leggete un libro (inteso come letteratura classica, 'alta') magari risolvete il vostro problema". Io, che all'epoca ero un'accanita lettrice di Stephen King ero tutto fuorché d'accordo con questa affermazione. A parte essere spocchiosa, l'ho trovata così priva di fantasia, quadrata, e totalmente contraria all'idea che ho io di "letteratura". Intanto non vedo cos'abbiano i fumetti in meno dei libri: come ogni cosa, ci saranno fumetti brutti e fumetti belli, con storie insignificanti o con storie che "lasciano qualcosa". Ci sono libri che sono libri per formato, ma contengono storie davvero insignificanti, insulse nel peggior senso del termine. Ma magari anche quelli, a qualcuno, potrebbero lasciare qualcosa. Chi lo sa