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Tempo che passa

Transiti di Rachel Cusk è un breve romanzo che sembra più la raccolta di tanti racconti. La voce del narratore quasi sparisce di fronte alle storie dei personaggi che incontra, che diventano man mano i protagonisti. Ci sono pagine di narrazione molto belle e piacevoli, riflessioni che possono scaturire da qualsiasi fatto apparentemente insignificante, come l'acquisto di un cane. Sembra dire che ogni azione, come ogni uomo o donna dell'orbe terracqueo, possono avere alle spalle una storia che, se sei capace di raccontarla, ha la potenzialità di diventare un racconto interessante.
Rachel Cusk ha senza dubbio questa capacità.

 

Quando abbiamo smesso di capire il mondo è una serie di racconti-aneddoti che prendono spunto da personaggi e fatti veri per poi discostarsene completamente e diventare piccoli nuclei di racconti inventati, collegati fra loro in modo che, se fossero veri, darebbero quasi un filo conduttore capace di collegare alcuni fra i principali eventi storici e scientifici del passato recente. Questi fili però, va ricordato, sono finzione, però è bello lo stesso immergersi in questa serie di "sarebbe anche potuto essere davvero così" e vedere le follie di scienziati geniali intenti non solo a trovare leggi e un linguaggio per descrivere il mondo, ma anche a distruggere quelle stesse leggi per creare un mondo nuovo. La capacità di immaginare è allora indispensabile per poter trovare le equazioni che spiegano l'Universo, e la fisica diventa poesia.
Pare che Benjamín Labatut, autore del libro, sia un personaggio abbastanza bizzarro, come si capisce dall'intervista che si trova qui.


Io, invece, ho ricominciato a lavorare da lunedì, dopo due settimane di ferie, di cui una passata in vacanza fra l'Umbria, la costiera amalfitana e la val d'Orcia. Finalmente un viaggio itinerante, anche se vicino, finalmente una vacanza che ci somiglia di più.
Siamo rientrati poveri ma devo dire felici, e la settimana a casa ci ha permesso di rilassarci abbastanza da non avere troppi rimpianti per il poco tempo dedicato allo svago. È stato un anno molto particolare, soprattutto per mio marito, e riprendere a lavorare era per entrambi davvero necessario, ma per fortuna anche piacevole, in qualche modo. Spero che avremo occasione di prenderci più pause, fra un pochino almeno.
Fra l'altro è stata pure un'estate molto corta anche perché luglio ci ha visti con un po' di acciacchi, fra virus intestinali e rogne post-vaccino, ma tanto io sogno sempre l'autunno e va bene, l'autunno si sta davvero già facendo sentire. Tanto che, dopo la pausa estiva causa caldo, ho anche già ripreso a correre proprio questa settimana. 

Dafne ovviamente cresce e diventa sempre più indipendente e impertinente, ci litigo più o meno tutto il tempo. Non ho capito se sono io o se è lei, ma non avendo un carattere litigioso, ho come idea che sia lei... :p Poi il tutto è controbilanciato da grandi slanci di affetto e abbracci strettissimi, per fortuna. Ma è strano, perché non sono abituata, ho sempre amato i rapporti lisci e poco burrascosi, ma lei è mia figlia e se è così, è così (con mio marito i litigi si possono contare sulle dita di una mano, credo, in questi quanti? 12 anni). 

E in generale, come sto? Altalenante, direi. La parola che mi viene oggi, però, è in pace. In questo momento sì, mi sento abbastanza in pace, forse è l'effetto relax che si protrae, o forse è la consapevolezza che, con gli anni, pian piano arriva e si stende dentro di noi tanto quanto fuori si manifestano rughe, capelli bianchi e cedimenti vari. Il tempo passa e non può fare altro, no?



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