Passa ai contenuti principali

Cuore leggero... almeno per un po' (spero)

Noi qui diamo il nome a tutto.
La mia auto vecchia si chiamava Polla. Quella nuova si chiama Puffa.
L'unica piantina che ancora sopravvive dentro casa è Puntina. (Cavoli, tutto con la P). Octopus era la piantina grassa che credo mio marito abbia – inconsapevolmente – ucciso. Il pupazzo che ho comprato all'Ikea anni fa solo per metterlo in macchina mia (un Bulldog inglese ingrugnato) si chiama Ragù. Il bonsai che avevo regalato a mio marito – e che ora è bello che morto – si chiamava Romeo. Il bonsai che aveva lui prima si chiamava Carmen. (Decidere se una pianta è maschio o femmina è la cosa più dura).

Per il cane è tutta un'altra cosa. Zuma è il nome che aveva già quando siamo andati a prenderlo, ci piaceva molto e gliel'abbiamo lasciato. Ma, a parte quando lo sgridiamo, per il resto lui è: Plinio, Pliniutti, Canetto, Canuppio, Bubi, Bubino, Pulo, Cippolippo (ehm, va be', anche "Canedelcazzo" ma detto sempre con grande affetto mentre gli facciamo le coccole :D). Ah, Armaduk, ma solo per un amico di mio marito...

Siamo personaggi un po' bizzarri, quindi non è strano che anche il cane abbia i suoi problemi...
Be', ecco, nominare tutto credo faccia parte di un modo per affezionarsi alle cose. Mi sento circondata di oggetti che non sono solo oggetti, di esseri più o meno viventi in un mondo che è tutto nostro. E, ormai lo saprete, queste cose tipo "mondo tutto nostro" o "mondo tutto mio" mi piacciono tanto. Io sono piena di mondi interiori.

Secondo Parmenide dare il nome a una cosa vuol dire implicare il non-essere. Ora, be', non volevo fare una cosa tanto ardita, ma insomma... 

:D

Scherzi a parte, io amo queste cose stupide che facciamo. Non lo so perché, è come restare in contatto con la parte più infantile di me – ehm, credo di esserci in contatto un po' spesso, a dire il vero – insomma, un non prenderci sul serio nella vita quotidiana, quando non devi pensare al lavoro o altre cose più o meno deprimenti. Perciò, se penso a tutte queste cose, penso che siamo felici. Siamo una famigliola che ride, anche se in certi momenti si fa fatica a farlo (però di recente no, le cose girano abbastanza bene da non avere di che lamentarsi). E mi sento il cuore leggero come non mi capitava da un po'. 



Commenti

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Sgretolarsi e (forse) ricomporsi

Provo a tenermi insieme, ma più spesso di quanto vorrei sento di sgretolarmi. Provo a tenere insieme tutte le parti di me che conosco, quelle che conosco meno, quelle che cerco di coltivare e provo a tagliare le parti che vorrei abbandonare, i famosi rami secchi, eppure ancora non c'è un tutt'uno. A volte mi pare che la risposta sia lì, a portata di mano. E forse lo è e solo io remo contro, mentre allungo il braccio. Ma tutta intera non mi ci sono mai sentita, nemmeno quando leggevo Caproni e credevo di capire tutto (ma avevo quindici anni e di sicuro non capivo niente). Provo a tenermi insieme e a capire a chi devo credere, di cosa fidarmi, chi temere. Percepisco un errore nel sistema e non so se tentare ancora di ripararlo o uscire a godermi il bel tempo. Dovrei propendere per la seconda, ma si sa, sono testarda. Oltre a cercare di tenere insieme me, cerco di tenere insieme anche tutto ciò che c'è fuori. Impresa titanica a dir poco che dovrei proprio lasciar perdere, ma a...

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...