Passa ai contenuti principali

Ahia

Eh be', stiamo a posto. Non ho sentito nemmeno il terremoto di venerdì sera, e l'epicentro era in Friuli. Quando si dice dormire come un sasso.
In caso di catastrofi tranquilli tutti, sarò l'ultima a uscire.
Al di là di questo, svegliarsi con il torcicollo è sempre un'emozione davvero entusiasmante, che consiglio vivamente a chiunque abbia bisogno di un diversivo. Per fortuna la mia soglia del dolore è alta. Perché non esiste che anche questo lunedì salti la mia lezione in palestra, è l'unico sfogo fisico che mi concedo (andare a correre non mi dà la stessa soddisfazione, soprattutto se lo faccio da sola, e poi anni di tabagismo devono aver ridotto la capienza dei miei polmoni e di conseguenza i buoni propositi si tramutano in una passeggiata, e quella la faccio comunque tutti i giorni visto che posseggo un cane). A proposito di tabagismo, fra un po' sono due anni che ho smesso di fumare, è bellissimo sentirsi liberi da quella dipendenza. Sono riuscita a togliermi anche quella dalla Coca Cola, che però non era una dipendenza e che è cominciata solo da quando convivo perché prima a casa mia la Coca non c'era comunque mai.
Anche questo fine settimana ho avuto la conferma che una bella serata non la fa l'evento ma le persone: gli amici di Ale, quelli veri non quelli di compagnia e basta, sono persone con le quali è molto piacevole parlare e passare il tempo. Il resto lo fanno un paio di birre e poco altro. Probabilmente non siamo più i festaioli di una volta (io non sono mai stata la festaiola di una volta, comunque, non per molto tempo almeno).
Sto leggendo un libro di un autore che credo arriverò ad amare molto e infatti ho deciso di comprare tutto ciò che ha scritto, pian piano, nel tempo (quando posso, se qualcuno me li regala va bene uguale) che è Don DeLillo. Avevo letto solo Underworld, e devo dire che lo ritengo, se non il mio libro preferito ,di sicuro fra i primi tre. Ora sto leggendo Rumore Bianco. Sì lo so, Cosmopolis, il film tratto dall'omonimo romanzo di DeLillo esce ora nelle sale, ma lo comprerò solo quando lo troverò con una copertina che non riporti un fotogramma del film, perché non voglio che sembri che ho scoperto DeLillo solo adesso. Che NON è così. In realtà è un libro corto e volevo comprarne uno un po' più lungo, è stato solo questo il mio parametro di precedenza d'acquisto.
E poi ho preso Il signore delle mosche, perché conosco la storia ma credo di non averlo mai letto sul serio, e se sì tanto tanto tempo fa (tipo quando ero alle medie, e io e mia mamma andavamo a prenderci in biblioteca 3 libri al mese; quelli erano i tempi in cui scoprivo Stephen King, oltretutto. Bei tempi), e Ale me l'ha indicato chiedendomi se ce l'avevo, perché lo vuole leggere anche lui, quindi diciamo che era proprio lì che ci chiamava. Ogni tanto abbiamo dei flash quasi telepatici.
A volte mi ritrovo a pensare al mio papo, in questi giorni, chissà come mai. Penso che mi dispiace che non abbiamo avuto la nostra occasione di conoscerci meglio. Che forse io non gliene ho data la possibilità, forse lui non ci ha provato abbastanza. A volte penso che adorerebbe Zuma (direi che della famiglia l'amante dei cani era lui, credo anche che ne avesse uno giù in Sicilia dove lavorava, ma non ne sono certa), che sarebbe diventato un nonno bonaccione e simpatico, che sarebbe potuto essere tutto differente. E che ora non avere più l'ansia di dimostrargli qualcosa deve avermi un po' rammollita.

Ci abbiamo messo più di 10 mesi a deciderci a scrivere i nomi sul campanello, ma secondo voi è un brutto segnale? Secondo me no, è solo una rottura se arriva la posta sbagliata, e poi a volte ti salva da uno scampanellio indesiderato. Lavorando a casa, potete ben immaginare quanto io possa temere, e non necessariamente in quest'ordine:
1- i Testimoni di Geova
2- i Cattolici (temo di più i testimoni, ma devo dire che di qua non sono mai passati, mentre gente della parrocchia continua a suonare per lasciarci cartoline informative su programmi di non so che cosa facciano in chiesa. Sono davvero irritanti).
3- gli Agenti Folletto: tra tutti sono i più irritanti, una volta mia mamma ne ha cacciato uno dicendogli che era peggio dei Testimoni di Geova.
4- i Vicini di casa. Questa categoria è di gran lunga la più fastidiosa, perché comprende al suo interno persone che ti salutano sorridendo e in realtà non aspettano altro che sgarri (cane che abbaia, macchina malparcheggiata per ben 2 minuti, rubi l'ossigeno e altre nefandezze che non si possono nemmeno nominare).
Sogno una vita senza vicini, davvero. In particolare senza i due della casa accanto.
5- non dimentichiamo l'Omino della Bofrost. Acerrimo nemico dei tempi più antichi, quando un giorno mentre tornavo dall'università, cioè dalla stazione, mi ha fermato per la strada chiedendomi se ero interessata ai loro prodotti. No, i miei nonni hanno polli, orto, anatre, conigli. E la pizza? La prendo in pizzeria. E le patate fritte? Le prendo al supermercato, già che sono lì non mi costa molto prendere una cosa in più (che costa pure meno). E il gelato? Preferisco quello della gelateria, così ho la scusa per farmi un giro. E i Cordon Bleu? Ti devo rispondere?
Devo mettere un cartello sulla cassetta della posta: NIENTE pubblicità, testimoni di qualunque dio e credo, folletti di ogni specie e genere, venditori di surgelati.
Oppure: SE sei un parente o un amico (che abbia anticipatamente avvertito al telefono del suo arrivo) o un elargitore di soldi (vanno bene anche le due cose insieme), SUONA. Altrimenti, sciò, via, e tutti i cartelli che c'erano davanti al Deposito di Paperone.

Commenti

magma ha detto…
Ti sono vicino col dolore alla cervicale, purtroppo, che mi tormenta da una decina di giorni e mi ha dato altri problemi che qui ti risparmio.

Il signore delle mosche l'ho letto anch'io tre o quattro anni fa (comunque sta nella mia libreria di aNobii), mi è piaciuto... diciamo un po' un precursore di LOST e Stephen King...

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche