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Elenco di cose belle

- Comprare l'Internazionale, e vedere che ci ha scritto Noam Chomsky (non questa settimana purtroppo).
- Entusiasmarsi per avere il cd giusto, anche se è mattina e stai solo andando al lavoro.
- Entusiasmarsi del proprio lavoro (non al momento, ma spero ricapiti presto).
- Sapere che secondo uno studio scientifico la maggior parte della gente ritiene, a torto, di essere superiore alla media, quindi se lo ritieni anche tu probabilmente dopo aver letto l'articolo continuerai a sentirti superiore alla media (sapendo però che nel tuo caso è vero :) ).
- Fare ragionamenti contorti, capirli perfettamente ma non riuscire a spiegarli (probabilmente il motivo è il punto precedente :) ).
- Sapere di non avere bisogno di una emoticon per esprimere un sorriso scrivendo. E sapere che nessuna emoticon ti potrà rivelare se ne hai strappato uno a un lettore sconosciuto/non visibile. Però crederci.
- Rileggere, e poi ridere, soprattutto di se stessi.
- Rileggere, e rimanere seri, di fronte a se stessi.
- Smettere di rileggere, perché il tuo blog dovrebbero leggerlo gli altri.
- Guardare le coste dei libri e leggere il titolo senza inclinare la testa.
- Inclinare la testa nello sforzo di leggere cose dritte ma intricate nel senso.
- Inclinare la testa e sentirsi un po' attori.
- Pensare che i particolari che ti rendono la vita quotidiana così quotidiana sono molti più di quanto non potresti pensare a prima vista.
- Lasciare vagare la mente e sollevare i piedi da terra, perché a essere troppo piantati si finisce per mettere radici e non muoversi più.

Commenti

bob ha detto…
il cd giusto la mattina puo' determinare l'esito dell'intera settimana lavorativa. non sottovalutarlo.

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Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche