Si avvicina Natale con un po' di senso di vuoto nell'aria e anche nello stomaco, ma fra qualche giorno posterò comunque il post di Natale perché, come chi bazzica da un po' da queste parti ormai sa fino alla nausea, ormai è tradizione del blog.
Il Secret Santa con le amiche è stato fatto anche quest'anno, ho un paio di pranzi e la pizza con il coro in vista e naturalmente ancora tutti i regali da comprare, gran parte anche da pensare. Non credo mia figlia creda davvero ancora a Babbo Natale, ma mi pare che continui ad aspettare l'evento con una certa gioia e ancora il luccichio negli occhi, quindi la magia non sembra finita.
Niente giudizi, non sto riuscendo a leggere molto. Forse perché ormai voglio finire il libro di Mari, che seppur all'inizio mi avesse entusiasmato sto faticando a portare a termine. Ma anche perché la sera sono sempre distrutta e dopo due pagine mi addormento. Sono decisamente sfasata in questo autunno bizzarro.
I lavori fuori casa, la mancanza di canetto che per via dei lavori abbiamo dovuto trasferire dal nonno, e di conseguenza la mancanza delle passeggiate e della routine mattutina credo mi abbiano abbastanza destabilizzata, insieme ad altre cose, pensieri, domande...
Avevo pensato di andare a lavorare in un coworking o trovare un'altra soluzione, ma alla fine mi sono resa conto che non ne valeva davvero la spesa. In certi momenti ho pensato di aver sbagliato scelta, ma alla fine devo dire che no, è andata meglio così tra imprevisti e impegni con mia figlia (e non avere un portatile per lavorare – e non poter nemmeno cambiare tipo di computer, ma questa è una lunga storia che non sto qui a raccontare – hanno giocato molto contro). Devo dire che i lavori fuori casa mi hanno disturbata tutto sommato poco finora, a parte i mille caffè al giorno che faccio in più per gli operai. Mi sarei sentita meno sola fuori casa? Mah, conoscendomi non ne sono così convinta.
Però da qualche giorno ho ripristinato le passeggiate al mattino, senza cane ora e quando so di averne il tempo, perché mi sono resa conto in breve quanto mi mancassero. Per il resto non credo ci saranno viaggi all'orizzonte anche se, devo dire la verità, forse mi va bene anche così. Sono un po' sottotono, lo ammetto, e non lo so... forse ho bisogno di ricaricare le pile in qualche modo che ancora non so. Cercherò di capire, di trovare il modo.
Cerco sempre di andare a correre almeno il sabato o la domenica e, se mentre corro maledico abbastanza ogni chilometro, quando finisco mi dico che se riuscissi ci andrei anche tutti i giorni, ed è per il bene che sto subito dopo.
Proprio come il coro, che ogni settimana mi riporta carica ed energia.
Forse devo lasciar perdere Mari, o finirlo in un altro momento, e iniziare un libro che mi prenda davvero e mi riporti in pace con una versione di me stessa più aderente alla visione che ho di me. Prendiamolo come buon proposito per i mesi a venire: non pretendo la versione migliore di me stessa, ma almeno una che mi piaccia un po' di più.
Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...
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