C'è un albero, di fianco alla pista ciclabile che percorro a piedi ogni mattina con il mio cane, che in questo periodo è giallo di un giallo intenso, sembra una gigantesca lampadina accesa in mezzo al verde un po' grigiastro di quelli che lo circondano. E anche se non c'è il sole, lui pare risplendere di luce propria. Sì, certo, vorrei essere come quell'albero, risplendere in mezzo al grigiume invece di confondermi con lo sfondo ma no, direi che risplendere non è proprio il mio. Però mi innamoro ogni volta che lo vedo, e forse va detto io mi innamoro fin troppo facilmente delle cose, quando ti colpiscono di punto in bianco, o anche quando ti colpiscono un po' alla volta.
Io screenshotto libri convinta che siano il mio prossimo colpo di fulmine perché il titolo, la trama, il commento corredato... a volte è vero, a volte uno specchietto ed eccomi qui, la vostra allodola.
O mi butto a capofitto in una cosa e dico bella, sì dai, la faccio io e mi impegno e da sola mi dico "guarda che brava" ma poi nessuno me lo dice e insomma... anche gli Zen Circus lo cantano no? Non conta.
Mi piacerebbe a volte sentirmi quell'albero giallo che risplende di luce propria, sabato mattina l'ho indicato a mia figlia che ha detto "Che bello!" e caspita, lei conta sempre, lei sì che conta e come si incontrano in certi momenti le nostre anime bambine.
Niente sovrastrutture, che parola orrenda e forse pure abusata, ma d'altra parte per cose orrende ci vogliono parole orrende, forse. Cerco di togliere un po' di sovrastrutture, sì, che non è come togliere ragnatele con un colpo di scopa ma ci somiglia e alla fine il punto è... qual era poi il punto? Il punto era togliere abbastanza da incedere leggeri e provare a spiccare un salto e chi lo sa, magari anche volare.
Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...
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