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Tout s'en va

Inizia quel periodo dell'anno in cui è ancora inverno ma non è già più davvero inverno, ma nemmeno primavera, tranne il pomeriggio a volte, quando ci sono quasi venti gradi, ma basta una giornata grigia come quella di oggi per non poterla chiamare proprio primavera. Insomma, un quarto di stagione, neanche mezza.
Quando esce il sole e scalda come i giorni scorsi, da un lato mi sento più vivace e viva anch'io, dall'altro mi viene l'angoscia dell'estate che è da molto tempo una stagione che mi mette ansia (vacanze fuori dal cazzo escluse).
Poi arriva una giornata, grigia, come quella di oggi (e domani, dato che pioverà, pare) e va un po' peggio e va un po' meglio. Peggio per la vivacità, meglio per l'ansia che si placa.
Poi mi esercito a razionalizzare, ché tutto passa, proprio come le stagioni, e l'ansia non serve a niente ed è meglio lasciar andare quello che deve andare come deve andare e intanto impegnarmi a fare quel che devo fare come lo devo fare, o al meglio delle mie possibilità, e magari nel mezzo, se riesco, anche divertirmi, rilassarmi, leggere, ascoltare cose che fanno sorridere, ridere fino alle lacrime, o piangere, e poi imparare, imparare sempre, ché mentre imparo cose nuove, quello è sempre un momento in cui sento di stare facendo qualcosa di buono.
Non ho molto altro da dire, non perché non succeda niente o non abbia moltissimi pensieri, ma sono giorni, settimane ormai, che vengo qui per scrivere qualcosa e non c'è niente che voglia uscire, o niente che esca come vorrei.
Forse perché in questo momento la sto pensando meno, la vita.

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