Passa ai contenuti principali

Colori perfetti

 Quanto mi piace andare in giro in bici quando fa freddo. Non troppo freddo, ma come oggi che c'è il sole e più o meno 9-10 gradi (no, stamattina alle 8 meno però :D), e avevo delle cose da fare ed era tutto raggiungibile in bicicletta perciò cappotto, sciarpa, berretto, guanti e ne ho approfittato. Ieri ho corso 7 km e li sento tutti sulle gambe, e anche la bici di oggi, ma almeno la testa si svuota un pochino.
Ieri sera ho finito di leggere L'animale morente di Philip Roth, un libro molto bello e insieme molto triste, molto intenso in certi momenti e molto molto vero. È breve ma ci sono un sacco di frasi che avrei sottolineato e forse lo farò, perché mi piacciono i libri quando vengono vissuti anche se i puristi storcono il naso.
Natale si avvicina e io ne sono felicissima anche se inizia l'ansia da regali: anche quest'anno con il gruppo di amiche abbiamo organizzato il Secret Santa e quindi devo trovare presto il regalo giusto per la mia prescelta! E poi tutti gli altri! Più il compleanno di Samu in mezzo e anche quello di mia madre, insomma, dicembre è il solito tour de force che lo ammetto amo tanto tanto. Poi io amo fare i regali, mi dispiace solo essere sempre un po' di corsa. Anche se forse sotto pressione funziono meglio.
Oggi è davvero una giornata dai colori perfetti. Le foglie gialle e rosse sugli alberi e per terra, che frusciano sotto le ruote della bici, illuminate dal sole che le rende ancora più vivide, il cielo azzurro che a guardarlo fa male e pure la spolverata di neve sulle montagne. E adesso invece me ne sto al calduccio, lavoro e bevo una tisana calda, scrivo, penso. Sento.
Cerco di godermi la stagione (per me) più bella dell'anno e di tenermela stretta. Strettissima, più che posso.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche