Passa ai contenuti principali

Lasciar andare



Oh, raga, non vedo l'ora di essere in ferie. Mi andava bene perfino stare a casa, a me che la pandemia non m'ha risparmiato per niente il lavoro.
Sono contenta che ce ne andiamo eh, poi stare qui mi sarebbe stato stretto, ma spero di riuscire a rilassarmi e francamente quest'anno non me ne frega un cazzo di quante cose riesco a vedere o fare nel posto in cui andrò, anzi, mi dispiace che non abbiamo prenotato uno di quei favolosi hotel in cui sei servito e riverito, perché diciamocelo, dopo aver fatturato per undici mesi consecutivi senza sosta alcuna, otto ore al giorno e anche di più, io me le sarei pure meritate le coccole alberghiere.
Anyway, mi basta riuscire a staccare da tutto e dormire decentemente e non essere troppo stanca, ben venga l'ozio e vaffanculo pure alla cultura, sarei andata in mezzo a un bosco, in montagna, a fare passeggiate e rilassarmi e basta, ma forse non è la vacanza giusta per una bambina di quattro anni (anche se ama la montagna) e alla fine se ti capita tempo di merda ciao.
Quindi abbiamo detto, chissà se causa Covid i posti in Italia dove di solito c'è un sacco di casino, quelli che scartiamo perché "mi piacerebbe ma ad agosto troppa gente", c'è un po' meno casino. Boh, sarà quel che sarà, ormai partiamo e non ho nemmeno guardato una guida, niente, voglio lasciarmi trasportare e fare tendenzialmente il meno possibile. Non ho fatto altro che lavorare, e quando non lavoravo stavo con mia figlia, o portavo il cane a passeggio, o mi rompevo i coglioni a fare la rappresentante dei genitori, o ero in auto a portare mia figlia da qualche nonno, tranne quando la sera collassavo sul divano con il nobile intento di leggere un libro ma finendo per piazzarmi davanti a una serie tv (per fortuna tutte piacevoli) e poi trascinarmi a letto stanca, sempre più tardi di quel che avrei voluto pur di passare almeno un paio d'ore con mio marito, la sveglia sempre troppo presto rispetto a quanto avrei voluto ancora crogiolarmi sotto le lenzuola...
Forse l'obiettivo sarà anche quello di guardare il telefono solo per le chiamate e chiudere tutto il resto del mondo fuori, fare le foto come se avessi una macchina fotografica e non un dispositivo che poi mi permette di condividere tutto subito come se fregasse a qualcuno di dove sono, come se non lo facessimo solo per farci invidiare un po'. (Ma almeno le salvo su onedrive o simili, prima di perderle).
Insomma, ho talmente voglia di staccare, che ho già iniziato a staccare adesso, stando meno al computer e al telefono visto che già ci sto per lavoro.
Sono passata di qui al volo ora che sto finendo di correggere l'ultimo romanzo prima della pausa per dire che spero finalmente di tirare il fiato che mi pare di trattenere da settembre.
Quindi ci rivediamo poi, più rilassati e magari un po' più carichi.
Ciao ciao :)


Commenti

Franco Battaglia ha detto…
Anche io la quarantena l'ho fatta sabato, domenica e lunedi' di pasquetta.. per cui staccare mi andrebbe proprio, e fossero solo dieci giorni (quelli che saranno) non voglio vedere nessuno nel raggio di chilometri... vi distanzio io a tutti!!! ahah

Post popolari in questo blog

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...

Sgretolarsi e (forse) ricomporsi

Provo a tenermi insieme, ma più spesso di quanto vorrei sento di sgretolarmi. Provo a tenere insieme tutte le parti di me che conosco, quelle che conosco meno, quelle che cerco di coltivare e provo a tagliare le parti che vorrei abbandonare, i famosi rami secchi, eppure ancora non c'è un tutt'uno. A volte mi pare che la risposta sia lì, a portata di mano. E forse lo è e solo io remo contro, mentre allungo il braccio. Ma tutta intera non mi ci sono mai sentita, nemmeno quando leggevo Caproni e credevo di capire tutto (ma avevo quindici anni e di sicuro non capivo niente). Provo a tenermi insieme e a capire a chi devo credere, di cosa fidarmi, chi temere. Percepisco un errore nel sistema e non so se tentare ancora di ripararlo o uscire a godermi il bel tempo. Dovrei propendere per la seconda, ma si sa, sono testarda. Oltre a cercare di tenere insieme me, cerco di tenere insieme anche tutto ciò che c'è fuori. Impresa titanica a dir poco che dovrei proprio lasciar perdere, ma a...

Tuffi

Cercando un'informazione di cui avevo bisogno fra i messaggi WhatsApp con mio marito, ho trovato conversazioni risalenti a una delle tante vita di prima, più precisamente quella in cui nostra figlia era molto piccola e io lavoravo solo il pomeriggio. Trascorrevamo le mattinate insieme, inforcavo la bici e la portavo al parco, tornavamo a casa e faceva un riposino mentre preparavo il pranzo, insomma, tutte quelle cose che mi sembrano lontane anni luce, ormai. È stato un momento molto tenero, con svariati piccoli tuffi al cuore al comparire di una foto di lei addormentata sul divano mentre guardava George la scimmia o di quando ancora mangiava il pesce senza lamentarsi. Durante le vacanze, un giorno eravamo in acqua a San Vito lo Capo e Ale le stava facendo fare i tuffi in acqua, a proposito di tuffi, e a un certo punto ha detto: "Godiamocela finché è ancora così, perché durerà ancora poco". Altro tuffo al cuore. Uccisa. Vacanza rovinata. Grazie tante. No, scherzo, però ci ...