Passa ai contenuti principali

Dai, ottobre, ce la puoi fare

Lo stallo da lettura stavolta è durato poco, sono riuscita a trovare il libro giusto per ripartire. Spesso è solo questione di scelte da fare nel momento adatto.
Ho finalmente letto qualcosa di Steinbeck, che ancora nella mia libreria mancava (eh, il tempo è tiranno eccetera eccetera), e così è stato proprio Uomini e topi a farmi riprendere il gusto della lettura. Scritto bene, essenziale, quasi un testo teatrale, dove i due protagonisti, Lennie e George, mi hanno ricordato Waiting for Godot: la stessa attesa di un futuro migliore, di una cosa risolutiva che non arriva e non arriverà mai. Mi inteneriva molto quando parlavano della fattoria che un giorno si sarebbero comprati, quel desiderio semplice di avere poco di proprio e di poter lasciare il lavoro lì quando vogliono se hanno voglia di andarsene a fare un giro in città, insomma poter decidere per sé stessi senza un capo che ti dice che prima devi finire il lavoro per cui sei pagato. La libertà è così semplice, ma per nulla scontata.
Ora sto finalmente, FINALMENTE, leggendo Emmanuel Carrère: non sapevo bene da cosa cominciare, c'era Limonov che qualche anno fa ce l'avevano tutti, oppure Io sono vivo, voi siete morti, che era in offerta in ebook, ma alla fine ho comprato in libreria L'Avversario, e ho fatto bene perché il racconto di quest'uomo, Romand, che ha vissuto nella menzogna per diciott'anni prima di sterminare la propria famiglia è psicologicamente intrigante.
Forse il prossimo suo sarà Vite che non sono la mia, di cui ho sentito tanto bene. Carrère è bravissimo, ed era ora che anch'io mi ci tuffassi.
Ho altri acquisti che attendono di essere letti: La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead, Le benevole di Jonathan Littell, Il libro di Talbott perché ho sentito che è un Palahniuk tornato in gran spolvero e altri che ora non ricordo. NON DOVREI comprare libri per un pezzo e leggere quel che ho già, ma so anche già che NON RESISTERÒ a lungo.

Intanto l'inserimento in asilo è quasi finito ma non posso cantare vittoria: solo domani mia figlia starà per la prima volta fino alle 4, con riposino e tutto. È contenta e non vede l'ora, adesso, domani vedremo... (sì, ancora piange un po' quando vado via, ma sempre meno).
Sono riuscita a infilare lavori con clienti nuovi nel mio solito tran tran di correzione-di-lunghissimi-romanzi-in-pochissimo-tempo, il che è un bene da un lato e una gran fatica dall'altro, ma mi pare che sto imparando a sfruttare meglio il tempo, ed è per me una gran cosa perché non sono bravissima su quel fronte.
Adesso manca solo trovare un po' di tempo per sé stessi e soprattutto per la coppia e siamo a cavallo.
(Ah, ah, rido).
Poi arriva l'autunno, il foliage, il Natale e tutt'e cose.

A presto :)

Commenti

bob ha detto…
Quando hai scritto "Il libro di Talbott" di Palahniuk pensavo avesse scritto un nuovo libro, poi Wikipedia mi ha detto che il titolo originale e' "Adjustment Day". Italiani e la loro mania di cambiare i titoli dei libri e dei film. Fammi sapere se ti e' piaciuto, anch'io cerchero' di leggerlo da qui a fine anno.
Miky ha detto…
Eh sì @bob di solito non arrivo tanto in fretta sulle novità riguardo i libri. Certo, ti dirò se mi piace, io non ho letto tutto di lui perché dopo un po' leggere sempre lo stesso autore lo rende per forza ripetitivo (almeno, con alcuni) ricordo Ninna nanna e Soffocare fra i miei preferiti suoi; Fight Club avendo visto il film non so se riuscirò mai a leggerlo, ahimè.
bob ha detto…
Il mio preferito di Palahniuk e' "Invisible Monster", se non l'hai letto dacci un'occhiata. Ti diro', "Fight Club" e' quello che mi e' piaciuto di meno, forse avevo aspettative troppo alte visto che il film e' uno dei miei preferiti, ma l'ho trovato un po' moscio e francamente a tratti caotico. Uno dei rarissimi casi in cui il film e' meglio del libro.

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche