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Non mi viene tanta voglia di scrivere, o meglio sì, ma poi mi sembra tutto superfluo.
Ultimamente faccio un po' fatica, riversare qui pensieri e parole non è più facile come una volta: conosco troppe delle persone che mi leggono e la funzione di diario diventa un po' falsata. 
A volte, sapete, sono stanca e mi lamento delle mie cose, com'è normale, come facciamo tutti, a volte però sono sopraffatta da tutto quello che viene da fuori e mi sento – non so come dirlo meglio – sconfitta.
Comunque sia, troverò il modo per affrontare questa cosa, il mio modo per darle voce.

Tornando invece alle cose di sempre, finalmente sono uscita dal tunnel di quel libro ansiogeno, quindi mi posso... ehm, buttare sul lavoro successivo (avrei voluto dire riposare o rilassare, ma no). C'è di buono che si impara ancora qualcosa.
Ogni tanto mi sopraffa ancora la bellezza di una montagna imbiancata vista dalla finestra della cucina in quel momento del mattino in cui la luce calda e ancora dorata vi si riflette sopra. 
Ogni tanto mi sopraffa ancora la bellezza di un abbraccio da braccia lunghe, e anche da braccia piccoline.
Ogni tanto mi sopraffa ancora la bellezza di una foto, di un'interpretazione, di note che provocano brividi, e la bellezza perfino in mezzo al disastro.
Ogni tanto mi sopraffa ancora la bellezza di una frase, di parole messe insieme in modi che suonano come fossero uno sbattere di ali. Libere, leggere, leggiadre.
Ogni tanto lasciarsi andare, ogni tanto lasciarsi meravigliare. 
Meno male che ogni tanto accade, altrimenti altro che armonia per il 2019, finisco per ritrovarmi in mezzo al caos appesantito di questa epoca strana e sconcertante.


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