Passa ai contenuti principali

6/52 Un regalo

È da un pezzo che ho un regalo in testa, e ancora non sono riuscita a farlo. Be', è perché è un regalo molto bello, ovviamente. Perché è un regalo che devi fare con le tue mani ma io non ne sono capace, quindi avrei prima bisogno di tempo per imparare e poi alla fine realizzarlo davvero. È più facile andare a comprare una cosa già pronta, ma questo me lo tengo buono per quando un giorno avrò finalmente capacità e ore a disposizione.
Quanti regali di quelli ricevuti vi sono rimasti davvero impressi? Io se ci penso mi perdo un po'.
Ricordo un flipper regalato da mio padre di ritorno da uno dei suoi tanti viaggi di lavoro. Un flipper di quelli portatili, che ci si gioca con le mani, niente di elettronico, naturalmente. Devo aver avuto qualcosa come 8 o 9 anni, forse anche meno. Ci abbiamo giocato tantissimo io e mio fratello, così tanto che ancora lo ricordo.
Ricordo una maglia regalatami da mia zia. Non che non mi facesse ogni anno un regalo, ma io mi ricordo solo di quello. Credo ci sia un motivo preciso se mi ricordo solo quello, ma ammetto che non so assolutamente quale possa essere. 
Ricordo un orologio rosa da parete, appeso in camera mia, che deve avermi regalato mio fratello per il compleanno, naturalmente l'aveva comprato mia madre, e io lo sapevo, però era un bel gesto lo stesso. 
Il regalo più inaspettato è stato al primo compleanno insieme a quello che ora è mio marito. Da quel regalo ho capito tante cose, quanto ci tenesse a me, quanto significavo per lui, quanto era disposto a dare. E mio marito è uno che dà tanto, e questo è già di per sé un gran regalo, il più bello che potessi ricevere nella mia vita.

Sono i regali di mia madre che non riesco a ricordare. Mi dispiace, non è cattiveria, e lei non è cattiva, anzi, ma lei c'era sempre. Mio papà doveva conquistarci perché non ci vedeva mai, così ogni volta tornava a casa con qualcosa di nuovo. Mia madre c'era sempre, ci comprava quello che chiedevamo quando lo chiedevamo se per lei andava bene farlo, ovviamente non diceva sempre sì, ma se dovessi contare i sì che ha detto non finirei più. I suoi regali erano tutti i giorni, quelli che non restano impressi e nitidi singolarmente, quelli che è l'insieme a renderli speciali. 

Forse il regalo più bello che mi ha fatto mia madre è stato lasciarmi leggere tutto quello che volevo quando volevo. Ho letto romanzi con protagonisti ragazzini malati di leucemia quando ero alle elementari, storie dell'orrore di Stephen King quando di anni ne avevo sì e no 11, Il buio oltre la siepe, che è anche una storia di stupro, quando ne avevo 10... non mi ha mai censurato nulla, quello che non capivo cercava di spiegarmelo e io introducevo informazioni nel modo in cui potevo comprenderle. E alla fine, alcune cose le ho davvero capite solo dopo. Ma se sono quello che sono lo devo anche e soprattutto a lei. Niente censure, niente sei troppo piccola per capire. Ha sempre soddisfatto ogni mia curiosità, senza imbarazzi. 
Forse è per questo che ora non ho paura di andare in giro da sola, non ho bisogno di essere accompagnata per camminare nel buio, posso guardare da sola un film dell'orrore e dormire serenamente. È stata brava a essere presente senza essere apprensiva. Spero di essere brava anch'io a fare un regalo così a mio/a figlio/a, un giorno.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ancora

A volte ho la sensazione di non essere reale. Forse è colpa del fatto che lavoro tante ore da sola, forse ho questa abitudine di guardarmi da fuori, forse è perché ultimamente la confusione nella testa regna sovrana. Mi sento irreale, eppure so che le mie azioni hanno delle ripercussioni sulla realtà quindi dovrei rendermi conto che è una sensazione stupida. Cerco di fare cose concrete, regolari, misurate perché i ritmi e le cose cadenzate mi danno sicurezza. Provo a evitare le distrazioni ma non ne sono tanto capace. Finisco per inventarmi mondi immaginari e perdo l'àncora. È un bene o un male, perdere l'àncora? Non lo so proprio. A volte tutto sembra così insignificante se si pensa alla fine che faremo tutti, che mi chiedo a che pro reggersi sempre al parapetto, anche quando il mare si fa burrascoso? Però sì, rivorrei la calma. Rivorrei il silenzio. Rivorrei la sicurezza, o almeno la convinzione, di aver fatto bene. Rivorrei la sensazione di felicità scontata che scontata non

Sì, anche quest'anno arriva la storia di Babbo Natale

Tant'è che anche questo 2023 se ne sta andando e io arrivo alla fine di questo anno con una sensazione di piacevole sorpresa per ciò che è rimasto e non è andato via nonostante tutto, di meno piacevole rassegnazione per ciò che invece sembra via via sfuggire fra le dita, e di un grande punto di domanda su ciò che mi riserverà il 2024. Ma diciamolo piano, perché le annate pari ci hanno dato gatte da pelare (vedi il 2020, anno bisestile come il prossimo) quindi consiglio una bella ravanata alle parti basse per gli uomini e qualunque sia l'equivalente femminile di un gesto scaramantico per le donne (merda, neanche questo abbiamo, poi dice che il patriarcato non esiste). Qualcuno narra (io, viste le interazioni qui dentro) che ormai la tradizione del nostro Babbo Natale in trouble non possiamo proprio evitarla e pare vada riproposta ogni anno come Una poltrona per due , Trappola di cristallo e Mamma ho perso l'aereo , ma non prima di aver mandato un affettuoso saluto ultraterr

Luminosa e gentile

Oggi ho pranzato tardi, verso le due e mezza, ho alzato la testa dai miei crucci e guardato fuori dalla finestra e la luce calda dell'autunno ormai inoltrato si posava proprio così, luminosa e gentile sulle case di fronte. Stamattina quei crucci, quelli da cui più tardi avrei alzato la testa, mi erano parsi per diversi minuti, forse un'ora, insormontabili, mi erano scoppiati nel petto e avevo pianto, avevo pianto tanto sconvolgendo il mio viso, i miei occhi, faticando quasi a respirare, e indugiando per un millisecondo, forse molto meno, un'unità di misura più infinitesimale, ma comunque, su un orlo di un abisso. Poi però ho fatto il possibile per ricomporre la mia faccia e farla sembrare un po' meno un Picasso, per i pensieri e gli stati d'animo ci vorrà più tempo. Ho fatto cose che dovevo, cose che non avevo voglia ma che mi hanno fatto bene, mi hanno anche un po' distrutta. Non credo sia casuale che proprio oggi a funzionale abbia dovuto fermarmi per qualche