Passa ai contenuti principali

Il teatro dell'assurdo

Insomma è stato un sabato sera fra i più assurdi che io ricordi.
Prima di tutto, mai e dico mai tornare a mangiare in un posto che già ti eri ripromesso di evitare PER SEMPRE. La promessa è stata rinnovata, e nemmeno il piacere di passare il tempo in compagnia di – alcune – persone simpatiche mi farà rimettere piede in quella specie di ristorante.
Poi, evitare in tutti i modi la compagnia di gente che ti sta sul cazzo. Tra l'altro, noi l'avremmo evitata, ma questi si sono uniti un po' a tradimento.
Altra cosa: mettere in chiaro alla gente che non conosco, che conosco poco o anche a quella che conosco, che mi dà fastidio essere toccata: non sopporto quelli che quando ti parlano devono per forza metterti una mano sulla spalla, o darti una gomitata di intesa o cose del genere... Sarò fatta male, ma ho bisogno del mio spazio, altrimenti soffoco.
Ricordare che fra i nostri amici quello che beve un po' troppo a una certa ora diventa indifendibile, e dirglielo: sì perché a un certo punto sa essere insopportabile, soprattutto se tu vuoi pagare e andartene e questo blocca tutto con i suoi discorsi da sbronzo. No, ragazzi, credetemi, voi non potete capire, ma sabato si sono unite le forze del male e hanno creato una serata che nemmeno a Samuel Beckett sarebbe venuta meglio.
In un certo senso è stato comunque divertente, perché per fortuna di fronte a noi c'era una coppia che sono degli amici abbastanza recenti ma con i quali a tutti gli effetti si è da subito creato un gran feeling, ma comunque mi aspettavo di meglio da questo fine settimana che doveva essere per noi... lo è stato per gran parte, ma avremmo fatto bene a prenotare da qualche parte solo io e lui e farci una cenetta come si deve!
Ma vista l'assurdità di comportamento di alcuni dei presenti (vi risparmio i dettagli della commensale che ci ha messo mezz'ora a concordare con la cuoca cosa mangiare perché non le andava bene niente - e non per colpa di allergie, ma per colpa, probabilmente, di qualche tarlo al cervello) quanto meno abbiamo qualcosa da raccontare nei prossimi giorni!!!

Commenti

Post popolari in questo blog

Tenere il punto

Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...

Prime volte

Sono una grande fan delle prime volte, d'altra parte, chi non lo è. Sono irripetibili, anche se sono cose che poi ripeti, poche o tante volte, ma le prime restano indelebili, nel bene e nel male. Non sempre sono belle, il che depone a favore delle seconde, terze ed ennesime, a volte però sono straordinarie. Per fortuna che sono accadute, anche se peccato che non possano riaccadere allo stesso modo. Non ho mai sofferto di grandi nostalgie, ma si sa, l'età a volte fa questi scherzi. E comunque si cambia e anche questo ha una sua bellezza. Anche l'esperienza ha la sua parte di meraviglia. Non so perché si demonizzi sempre il trascorrere del tempo, ci si affanni nella corsa a cercare di andare all'indietro, continuare a sembrare giovani – sembrare chi non si è. Non ho voglia di sembrare chi non sono, una lotta che in qualche modo ho portato avanti da sempre. Non mi trucco per non nascondermi, non significa che non mi prendo cura di me. Non ho le sopracciglia dipinte e non m...

Il mondo muto di Hector Mann

Insomma, Paul Auster. Il libro delle illusioni . David Zimmer è un professore universitario che d'improvviso perde tutto ciò che ama, in un modo che naturalmente sottolinea attraverso una serie di coincidenze: se non avessi, se l'insegnante di mio figlio non avesse, se... Ma è andata come è andata. Si rinchiude nel suo dolore e nelle bottiglie di whiskey quando, un giorno, guardando a caso una scena di un film muto, ride. Allora non tutto è perduto!, pensa. Sono ancora vivo. E così cerca di scoprire qualcosa su questo attore, Hector Mann, che è riuscito a farlo ridere in un momento tanto disperato. E scopre cose molto interessanti. Tipo che dopo il 1929 è sparito e di lui non si sa nulla. Sicuro come l'oro, ormai è morto. Decide di vedere tutti i suoi film, ma per farlo è costretto a viaggiare. E il fatto di dover anche prendere l'aereo non è cosa da poco, per lui. È interessante anche il suo incontro e dialogo con il dottor Singh, per farsi prescrivere de...