Di recente ho letto una cosa vera assai, e la sintetizzerei così: sottolineare le difficoltà che si affrontano per fare le cose non ti rende santo, ti rende soltanto un lamentoso in cerca di approvazione e consolazione. Fare le cose per come è giusto che vadano fatte nonostante le difficoltà che si possano incontrare, ma senza risparmiarsi e senza lamentarsi, questo ti rende una persona che sa il fatto suo e che avrà qualcosa da dare e da insegnare. E poi i risultati si vedono. E non ho altro da aggiungere sull'argomento.
Sparisco. Divento sempre più piccola e poi sparisco. «e io mi sento, io mi sento, io mi sento vagamente ridicolo» (va letta cantando) Mi sento piccola e ridicola e scompaio. Un buco nero, come nella canzone de i cani. Non posso contare più tutte le volte in cui è successo, perché ho permesso agli altri di farmi sentire così. Scontata. Inutile. Piccola. Non conto le volte in cui solo poi mi sono resa conto che ti mettono una mano sulla testa per schiacciarti giù in modo da sentirsi più grandi. Bravi, un applauso. Non conto certo nemmeno gli errori che ho fatto io, ma mai per rimpicciolire nessuno. Per insicurezza, senza dubbio. Per bisogno di attenzioni, sicuramente. Niente di edificante, certo, ma mai intenzionata a distruggere un altro per sentirmi migliore. E invece c'è chi lo fa, chi gioca, manipola, ti fa credere cose che non sono, ti tratta come se non importasse per sentirsi importanti, finché poi non importi davvero più. Bravi, un applauso anche a voi. Sono sparita e diventa...
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